Piergiorgio Panelli in mostra al Castello di Casale Monferrato
“Attraverso il tempo” - antologica opere 1981
/2021 di Piergiorgio Panelli al Castello di Casale Monferrato.
26 giugno - 25
luglio 2021
Si
inaugura il 26 giugno alle 17,00 al
Castello dei Paleologi a Casale Monferrato la mostra “Attraverso il tempo”, antologica delle opere di Piergiorgio Panelli
dal 1981 al 2021, curata dal critico
d’arte Prof. Carlo Pesce e dal circolo culturale Piero Ravasenga, patrocinata
dall’assessorato alla cultura di Casale Monferrato. Dalla prima personale del 1981 per Panelli, nato a
Casale Monferrato nel 1961, sono
passati 40 anni, in un viaggio alla
ricerca delle emozioni visive nel dialogo uomo/natura attraverso la pittura, lo
studio dell’arte e delle forme cromatiche. Il percorso di questa mostra vuole
ricostruire quel viaggio a ritroso, dai
giorni nostri con le ultime opere
ispirate alla tematica della lentezza, tornando indietro alle opere astratte
degli anni 2010, sino al periodo Blu storicizzato in una bella mostra milanese
del 2006, per ritrovare le prime opere astratte ecosuperficiali degli anni 80 e
90, finendo con l’inizio giovanile figurativo postimpressionista iniziato nel 1977 e confermato con mostre dal
1981. Un viaggio fatto di opere pittoriche ed installazioni, ma anche di
incontri, iniziato nella sua città a Casale Monferrato e poi proseguito a
Torino per gli studi di Storia dell’Arte, con frequentazioni artistiche e
culturali anche in alcune città Italiane ed europee, con numerose mostre e progetti. Un viaggio nel quale
l’artista incontra l’arte ma anche personaggi straordinari che hanno
influenzato un percorso sempre rivolto alla ricerca. Dagli artisti del
territorio, come P. Barberis e P. Barola in qualche modo suoi primi insegnanti, agli amici G. Bonardi , M.
Surbone , C. Francia, G. Tamburelli, al grande Maestro Enrico Colombotto Rosso
con il quale ha collaborato a molti progetti visivi e culturali dal 1997. Altri
incontri importanti sono stati poi con B. Munari, A. Galvano, B. Zanichelli ,
E. Guglielminetti e tanti altri con i quali ancora ora interagisce nel dialogo
dell’arte. Collabora sin dalla nascita con il circolo Piero Ravasenga e con
altre associazioni culturali private e pubbliche come Amici del Museo, gruppo
il Giardino, gruppo Artmoleto ed altri. Panelli l’arte la vive a 360 gradi ed in
qualche modo occorre anche ricordare il
suo ruolo di curatore e critico nel territorio provinciale, con progetti consolidati
nel tempo, come Arteinfiera nato da un’idea condivisa con il Gionalista Luigi
Angelino nel contesto della fiera di San Giuseppe del 1995 e Vestiti d’artista
con la stilista Cinzia Sassone; da sottolineare l’importante collaborazione come critico con “Il
Monferrato” dal 1987 e con altre riviste. Impreziosirà il progetto un video con la regia
di Marco e Stefano Garione sulle opere di Piergiorgio Panelli ed un catalogo con presentazione di Carlo
Pesce. Entrata gratuita - orario mostra sabato e domenica 10/13,00 15/19,00
“Abbiamo
assistito a lenti cambiamenti nella pittura di Piergiorgio Panelli. Gli esordi
corposi si sono negli anni trasformati in superfici più diafane, alleggerite
del carico cromatico che ancora contende alla luce la priorità del paesaggio
astratto assoluto protagonista della sua opera…..” Carlo Pesce.
Biografia di
Piergiorgio Panelli
Artista e critico
d'arte, nato a casale Monf. (AL) nel 1961, vive e lavora a Casale M. e Calliano
(AT). Allievo all'Università di Torino nella specializzazione in storia dell'arte
contemporanea dei prof. M .Rosci e P.Dragone,P Simondo. Collabora con scritti
d'arte contemporanea sul bisettimanale "Il Monferrato" dal 1987 e su
altri periodici tra i quali La Grinta. Compone le prime opere pittoriche nel
1977 ed espone con personali dal 1981.
Nel 1982 viene presentato da Albino Galvano alla promotrice belle arti di
Torino . Dal 1986 concretizza la sua ricerca, mettendo in evidenzia il rapporto
uomo-natura esasperato, coinvolgendolo
in un contesto gestuale, materico, di
simbologia naturalistica, definito
"Ecosuperficiale". Il 24 marzo 1987 con P.Pusole, B.Zanichelli,
A.Barbato, G:Parodi, G.Cavalli, P. Barola, è uno dei promotori del manifesto
artistico ecologico "Tracce d'acque profonde sognamo", nel 1988
conosce e frequenta Bruno Munari .
Dal 1995 è ideatore e curatore di "Arteinfiera" a Casale Monferrato
.Nel 1993 espone con i nuovi futuristi alla galleria Rino Costa. Nel 1999 è
finalista del premio nazionale Ennio Morlotti ad Inbersago (Co). Nel 2003 è stato
curatore del museo delle opere del maestro Enrico Colombotto Rosso nel
palazzo comunale di Pontestura (AL), inoltre con Colombotto Rosso collabora ad
alcuni eventi visivi e mostre . Nel 2008
pubblica il libro di poesie dal titolo "Il silenzio è blu" illustrato
con 15 chine di Colombotto Rosso. Alcune sue opere sono in collezioni private e
pubbliche quali: Raccolta di arte contemporanea, Comune di Castellanza (Va), Villa Pomini,
Università di Casale Monferrato ,Fondazione Enrico Colombotto Rosso, comune di
Alessandria Biblioteca civica, Collezione pubblica di Villa Vidua a Conzano(
Al), collezione Calvi di Bergolo castello di Piovera Al, museo dei Lumi
Sinagoga Casale Monferrato (AL). Tiene corsi di storia dell’arte contemporanea
all’Unitrè di Acqui Terme e Per “ Italia Nostra” nella città di Alessandria.
Dal 2010 al 2016 ha fatto parte del gruppo d’arte internazionale Artmoleto. Dal
2015 al 2019 è stato presidente della Consulta Cultura del Comune
di Casale Monferrato. Direttore artistico della raccolta museale di arte
contemporanea dedicata a San Valerio nella parrocchia di Occimiano (AL).
Hanno scritto di lui: Lucio Cabutti, Enzo De Paoli, Edoardo Di Mauro, Giovanna
Barbero, Roberto Moroni, Aldo Spinardi, Antonio Oberti, Davide Conenna,
Francesca Bonazzi, Luciana Schiroli, Jean Servato, Serena Leale, Davide
Sandalo, Felice Moscone, Giuliana Bussola, Maurizio Romanelli, F.R.Rayo, Ivaldo
Carelli, Nino Triulzi, Nadia Presotto Luparia,Pio carlo Barola, G.Prassi,
Enrico Colombotto Rosso, Silvio Manzotti, Carlo Pesce, Elisabetta Raviola,
Francesca Liotta, Giuse Vipiana Albani.
Armando Brignolo.
Dal 1981 espone in
numerose personali e mostre di gruppo in Italia ed all’estero , in numerose città tra le quali
Torino,Milano,Roma, Brescia, Casale Monferrato, Alessandria, Asti, Vercelli,
Novara, Cuneo, Imbersago (Co), Acqui Terme,Vigeavano, Pavia, Mantova, Conzano
(AL), Valenza , Mortara, Colonia, Vienna, Praga, Vence, ecc.
FUGACITA’
DELL’IMPRESSIONE
Un quadro vive di compagnia, espandendosi e
vivificandosi
negli occhi di un osservatore sensibile.
Mark Rothko
Abbiamo
assistito a lenti cambiamenti nella pittura di Piergiorgio Panelli. Gli esordi
corposi si sono negli anni trasformati in superfici più diafane, alleggerite
del carico cromatico che ancora contende alla luce la priorità del paesaggio
astratto assoluto protagonista della sua opera.
È
l’immaterialità della luce che sostiene la materialità della cromia. È una luce
che assume il carattere di un alone che circonda le strutture cellulari che
compongono il paesaggio. La luce ha anche un valore cronologico, un elemento
che sembra condurci sui limiti del reale per mostrarci una sorta di oltre mondo
alla base di una visione che ci spinge verso l’opera. Si tratta di flash
nascosti o evidenti che rivelano il sovrapporsi di istanti che ricreano le
coordinate di un linguaggio carico di energie positive.
Panelli
cerca di rappresentare, lasciando ampio spazio all’indefinitezza, quelle
particelle di energia che sono sempre in movimento per arrivare attraverso il
pennello ad un’immagine fluida, quasi liquida che si pone come alternativa alla
realtà. Sulla tela si creano percezioni ritmiche che travalicano la forma delle
cose offrendo all’osservatore una mutazione del vedere più lisergica, con
apparizioni di colore destinate ad estendersi in spazi infiniti.
Potrebbe
quindi apparire una contraddizione la presenza di figure immerse in un ambiente
idilliaco, esse stesse piacevoli e tranquille. Panelli volatilizza il colore
lasciando all’immagine un’ambigua trasparenza che ci fa comprendere il suo
ruolo di deuteragonista che si oppone al potere assoluto del colore e della
sottile materia. Ciò dà vita ad un dramma in cui la figura, quasi un graffito
rupestre, risponde al desiderio di risalire le acque per accoppiarsi alla
materia che la contiene. Si penetra in un cosmo fatto di brividi vitali in cui
si mischia la totalità della vita.
I
lavori di Panelli sono diventati via via più suasivi, al punto che i due temi,
figura e paesaggio, finiscono con l’incontrarsi. In prospettiva si potrà assistere
ad una regressione della figura a paesaggio, ridando alla materia e alla cromia
quell’autonomia che potrebbe diventare espressione. La pittura di Panelli non
può eccedere oltre i limiti della materia perché rischierebbe di diventare
grottesca. L’artista deve continuamente opporsi al desiderio di offrirsi alla
retorica della rappresentazione dello spazio e lo fa attenuando quelle forze
che potrebbero creare masse capaci di appesantire l’aspetto aereo del suo
lavoro. Il suo impasto ci concede una dimensione reale che ci mette a contatto
con un candore innocente che dà alle sue composizioni una dimensione vissuta e,
per questo, naturalistica.
Carlo
Pesce