lunedì 21 giugno 2021

Piergiorgio Panelli in mostra al Castello di Casale Monferrato

 

 “Attraverso il tempo” - antologica opere 1981 /2021 di Piergiorgio Panelli al Castello di Casale Monferrato.

26 giugno   -  25 luglio 2021



Si inaugura il  26 giugno alle 17,00 al Castello dei Paleologi a Casale Monferrato la mostra “Attraverso il tempo”, antologica delle opere di Piergiorgio Panelli dal 1981 al 2021, curata dal  critico d’arte Prof. Carlo Pesce e dal circolo culturale Piero Ravasenga, patrocinata dall’assessorato alla cultura di Casale Monferrato.  Dalla prima personale del 1981 per Panelli,  nato a  Casale Monferrato nel 1961,  sono passati 40 anni,  in un viaggio alla ricerca delle emozioni visive nel dialogo uomo/natura attraverso la pittura, lo studio dell’arte e delle forme cromatiche. Il percorso di questa mostra vuole ricostruire  quel viaggio a ritroso, dai giorni nostri  con le ultime opere ispirate alla tematica della lentezza, tornando indietro alle opere astratte degli anni 2010, sino al periodo Blu storicizzato in una bella mostra milanese del 2006, per ritrovare le prime opere astratte ecosuperficiali degli anni 80 e 90, finendo con l’inizio giovanile figurativo postimpressionista  iniziato nel 1977 e confermato con mostre dal 1981. Un viaggio fatto di opere pittoriche ed installazioni, ma anche di incontri, iniziato nella sua città a Casale Monferrato e poi proseguito a Torino per gli studi di Storia dell’Arte, con frequentazioni artistiche e culturali anche in alcune città Italiane ed europee, con numerose  mostre e progetti. Un viaggio nel quale l’artista incontra l’arte ma anche personaggi straordinari che hanno influenzato un percorso sempre rivolto alla ricerca. Dagli artisti del territorio, come P. Barberis e P. Barola in qualche modo suoi  primi insegnanti, agli amici G. Bonardi , M. Surbone , C. Francia, G. Tamburelli, al grande Maestro Enrico Colombotto Rosso con il quale ha collaborato a molti progetti visivi e culturali dal 1997. Altri incontri importanti sono stati poi con B. Munari, A. Galvano, B. Zanichelli , E. Guglielminetti e tanti altri con i quali ancora ora interagisce nel dialogo dell’arte. Collabora sin dalla nascita con il circolo Piero Ravasenga e con altre associazioni culturali private e pubbliche come Amici del Museo, gruppo il Giardino, gruppo Artmoleto ed altri.  Panelli l’arte la vive a 360 gradi ed in qualche modo occorre anche  ricordare il suo ruolo di curatore e critico nel territorio provinciale, con progetti consolidati nel tempo, come Arteinfiera nato da un’idea condivisa con il Gionalista Luigi Angelino nel contesto della fiera di San Giuseppe del 1995 e Vestiti d’artista con la stilista Cinzia Sassone; da sottolineare  l’importante collaborazione come critico con “Il Monferrato” dal 1987 e con altre riviste.  Impreziosirà il progetto un video con la regia di Marco e Stefano Garione sulle opere di Piergiorgio Panelli  ed un catalogo con presentazione di Carlo Pesce. Entrata gratuita - orario mostra sabato e domenica 10/13,00    15/19,00

“Abbiamo assistito a lenti cambiamenti nella pittura di Piergiorgio Panelli. Gli esordi corposi si sono negli anni trasformati in superfici più diafane, alleggerite del carico cromatico che ancora contende alla luce la priorità del paesaggio astratto assoluto protagonista della sua opera…..”  Carlo Pesce.

Biografia di Piergiorgio Panelli

Artista e critico d'arte, nato a casale Monf. (AL) nel 1961, vive e lavora a Casale M. e Calliano (AT). Allievo all'Università di Torino nella specializzazione in storia dell'arte contemporanea dei prof. M .Rosci e P.Dragone,P Simondo. Collabora con scritti d'arte contemporanea sul bisettimanale "Il Monferrato" dal 1987 e su altri periodici tra i quali La Grinta. Compone le prime opere pittoriche nel 1977  ed espone con personali dal 1981. Nel 1982 viene presentato da Albino Galvano alla promotrice belle arti di Torino . Dal 1986 concretizza la sua ricerca, mettendo in evidenzia il rapporto uomo-natura esasperato,  coinvolgendolo in un contesto gestuale, materico,  di simbologia naturalistica,  definito "Ecosuperficiale". Il 24 marzo 1987 con P.Pusole, B.Zanichelli, A.Barbato, G:Parodi, G.Cavalli, P. Barola, è uno dei promotori del manifesto artistico ecologico "Tracce d'acque profonde sognamo", nel 1988 conosce e frequenta Bruno Munari .
Dal 1995 è ideatore e curatore di "Arteinfiera" a Casale Monferrato .Nel 1993 espone con i nuovi futuristi alla galleria Rino Costa. Nel 1999 è finalista del premio nazionale Ennio Morlotti ad Inbersago (Co). Nel  2003 è stato  curatore del museo delle opere del maestro Enrico Colombotto Rosso nel palazzo comunale di Pontestura (AL), inoltre con Colombotto Rosso collabora ad alcuni eventi visivi e  mostre . Nel 2008 pubblica il libro di poesie dal titolo "Il silenzio è blu" illustrato con 15 chine di Colombotto Rosso. Alcune sue opere sono in collezioni private e pubbliche quali: Raccolta di arte contemporanea,  Comune di Castellanza (Va), Villa Pomini, Università di Casale Monferrato ,Fondazione Enrico Colombotto Rosso, comune di Alessandria Biblioteca civica, Collezione pubblica di Villa Vidua a Conzano( Al), collezione Calvi di Bergolo castello di Piovera Al, museo dei Lumi Sinagoga Casale Monferrato (AL). Tiene corsi di storia dell’arte contemporanea all’Unitrè di Acqui Terme e Per “ Italia Nostra” nella città di Alessandria. Dal 2010 al 2016 ha fatto parte del gruppo d’arte internazionale Artmoleto. Dal 2015 al 2019  è stato  presidente della Consulta Cultura del Comune di Casale Monferrato. Direttore artistico della raccolta museale di arte contemporanea dedicata a San Valerio nella parrocchia di Occimiano (AL).


Hanno scritto di lui: Lucio Cabutti, Enzo De Paoli, Edoardo Di Mauro, Giovanna Barbero, Roberto Moroni, Aldo Spinardi, Antonio Oberti, Davide Conenna, Francesca Bonazzi, Luciana Schiroli, Jean Servato, Serena Leale, Davide Sandalo, Felice Moscone, Giuliana Bussola, Maurizio Romanelli, F.R.Rayo, Ivaldo Carelli, Nino Triulzi, Nadia Presotto Luparia,Pio carlo Barola, G.Prassi, Enrico Colombotto Rosso, Silvio Manzotti, Carlo Pesce, Elisabetta Raviola, Francesca Liotta,  Giuse Vipiana Albani. Armando Brignolo.

 

Dal 1981 espone in numerose personali e mostre di gruppo in Italia ed all’estero  , in numerose città tra le quali Torino,Milano,Roma, Brescia, Casale Monferrato, Alessandria, Asti, Vercelli, Novara, Cuneo, Imbersago (Co), Acqui Terme,Vigeavano, Pavia, Mantova, Conzano (AL), Valenza , Mortara, Colonia, Vienna, Praga, Vence, ecc.

FUGACITA’ DELL’IMPRESSIONE

 

Un quadro vive di compagnia, espandendosi e vivificandosi

negli occhi di un osservatore sensibile.

Mark Rothko

 

Abbiamo assistito a lenti cambiamenti nella pittura di Piergiorgio Panelli. Gli esordi corposi si sono negli anni trasformati in superfici più diafane, alleggerite del carico cromatico che ancora contende alla luce la priorità del paesaggio astratto assoluto protagonista della sua opera.

È l’immaterialità della luce che sostiene la materialità della cromia. È una luce che assume il carattere di un alone che circonda le strutture cellulari che compongono il paesaggio. La luce ha anche un valore cronologico, un elemento che sembra condurci sui limiti del reale per mostrarci una sorta di oltre mondo alla base di una visione che ci spinge verso l’opera. Si tratta di flash nascosti o evidenti che rivelano il sovrapporsi di istanti che ricreano le coordinate di un linguaggio carico di energie positive.

Panelli cerca di rappresentare, lasciando ampio spazio all’indefinitezza, quelle particelle di energia che sono sempre in movimento per arrivare attraverso il pennello ad un’immagine fluida, quasi liquida che si pone come alternativa alla realtà. Sulla tela si creano percezioni ritmiche che travalicano la forma delle cose offrendo all’osservatore una mutazione del vedere più lisergica, con apparizioni di colore destinate ad estendersi in spazi infiniti.

Potrebbe quindi apparire una contraddizione la presenza di figure immerse in un ambiente idilliaco, esse stesse piacevoli e tranquille. Panelli volatilizza il colore lasciando all’immagine un’ambigua trasparenza che ci fa comprendere il suo ruolo di deuteragonista che si oppone al potere assoluto del colore e della sottile materia. Ciò dà vita ad un dramma in cui la figura, quasi un graffito rupestre, risponde al desiderio di risalire le acque per accoppiarsi alla materia che la contiene. Si penetra in un cosmo fatto di brividi vitali in cui si mischia la totalità della vita.

I lavori di Panelli sono diventati via via più suasivi, al punto che i due temi, figura e paesaggio, finiscono con l’incontrarsi. In prospettiva si potrà assistere ad una regressione della figura a paesaggio, ridando alla materia e alla cromia quell’autonomia che potrebbe diventare espressione. La pittura di Panelli non può eccedere oltre i limiti della materia perché rischierebbe di diventare grottesca. L’artista deve continuamente opporsi al desiderio di offrirsi alla retorica della rappresentazione dello spazio e lo fa attenuando quelle forze che potrebbero creare masse capaci di appesantire l’aspetto aereo del suo lavoro. Il suo impasto ci concede una dimensione reale che ci mette a contatto con un candore innocente che dà alle sue composizioni una dimensione vissuta e, per questo, naturalistica.

Carlo Pesce

 

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