venerdì 23 luglio 2021

RIPROPONGO INTERVISTA DR.SSA FEDERICA GROSSO- ONCOLOGA

 Ripropongo l' intervista realizzata con la dr. Federica Grosso, Oncologa, già pubblicata sul settimanale La Vita Casalese.

INCONTRO CON L’ ONCOLOGA FEDERICA GROSSO

 



Casale Monferrato- La Vita Casalese incontra la dottoressa Federica Grosso, oncologa, specializzata in tumori rari e mesotelioma. Dopo la scuola di specialità in Oncologia presso l’Istituto per la Ricerca e Cura del Cancro di Candiolo, ha lavorato diversi anni all’ Istituto Nazionale Tumori di Milano, dove ha contribuito al progetto Rete Nazionale Tumori Rari, è stata  Responsabile dell’UFIM (Unità Funzionale Interaziendale mesotelioma) di Alessandria e Casale Monferrato che si occupa dei malati di mesotelioma. Dal 2018 è responsabile della Struttura mesotelioma e tumori rari che opera anche nella nostra città. Ha al suo attivo numerose pubblicazioni. Nel 2019 è stata nominata Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana per il suo impegno con i malati di mesotelioma.

Il martedì riceve i suoi pazienti presso il reparto oncologico dell’Ospedale Santo Spirito.

 

Dottoressa Grosso ci vuole raccontare da quanto tempo si occupa del mesotelioma e del suo incontro con la dottoressa Daniela Degiovanni?

Mi occupo di mesoteliomi pleurici dal 2009, quando mi sono trasferita a lavorare ad Alessandria per motivi famigliari (ho 2 figlie Carlotta 13 anni, Ludovica 20 e mio marito lavorava ad Alessandria e viaggiare era difficile). In Istituto Tumori a Milano già seguivo i mesoteliomi peritoneali. Nella mia vita professionale mi sono sempre dedicata ai tumori rari, fin dalla mia tesi di laurea, passione che mi ha trasmesso il Prof Paolo Casali, che avevo conosciuto tramite le sue pubblicazioni e con cui appunto sono andata a lavorare all’Istituto Tumori di Milano subito dopo la specialità. L’incontro con la “Degio” è stato decisivo, alla passione per la cura di un tumore raro si è sommato il desiderio di assorbire la sua enorme esperienza e di proseguire sulla sua strada. Degio è stata il mio mentore e la persona che più mi ha dato la forza di affrontare e superare le difficoltà che ho incontrato sul mio cammino. Poi c’è stata la conoscenza con i pazienti di mesotelioma di Casale e dintorni, una esperienza professionale nuova e un carico emotivo grandissimo che hanno fatto crescere in me il desiderio di impegnarmi sempre di più per questa patologia e per questa meravigliosa città.

 

Com’è la situazione a Casale Monferrato? Sono ancora tanti i casi? I casi negli ultimi anni sono costanti, secondo i modelli di previsione di incidenza ci stiamo avvicinando al picco, previsto per il 2025, poi dovrebbero iniziare a diminuire.

 

Quali sono le terapie utilizzate per le persone affette da mesotelioma? La terapia standard del mesotelioma da 17 anni a questa parte è la combinazione di pemetrexed e derivati del platino, una chemioterapia, piuttosto ben tollerata che ci consente di controllare al meglio i sintomi e la progressione della malattia. In casi molto selezionati alla chemioterapia può seguire un intervento chirurgico, che consiste nella asportazione della pleura, lasciando intatto il polmone. In questi anni abbiamo però avuto l’opportunità di sperimentare diversi nuovi farmaci e siamo ora in attesa della approvazione della immunoterapia, che in alcuni pazienti funziona di più della chemioterapia. Grazie al progetto UFIM abbiamo avuto la possibilità di creare le condizioni per poter condurre delle sperimentazioni cliniche che hanno consentito la disponibilità di opzioni terapeutiche innovative.

 

A che punto è la ricerca? Si stanno muovendo molte cose, dalla caratterizzazione degli aspetti genetici e del loro ruolo, allo studio del microambiente in cui il tumore cresce che può essere “manipolato” per rendere il tumore più sensibile ai farmaci, alla ricerca per migliorare la tollerabilità ai trattamenti come quella in corso con il DISIT e oggetto di dottorato di ricerca. Ma c’è anche la ricerca per migliorare la qualità di vita dei pazienti insieme al Prof. Invernizzi del Borsalino e la ricerca psicologica con l’università di Torino. E c’è la ricerca sulla centralità del paziente e sui suoi bisogni.

Progetti per il futuro? Contribuire all’ottenimento del riconoscimento di Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico per patologie ambientali e mesotelioma avviato dall’Ospedale di Alessandria e Casale puntando soprattutto sulla qualità di assistenza e cura, che si avvale di ricerca e collaborazioni nazionali e internazionali. Dal 2012 abbiamo creato nei nostri ospedali un percorso di presa in carico globale, che vede il paziente al centro di un percorso assistenziale multidisciplinare disegnato sul singolo individuo e sui suoi bisogni. Questo modello dovrà essere recuperato e rinforzato e inserito in un contesto di ricerca ancora più forte. Il mio impegno sarà focalizzato su questo, perché la ricerca vera è quella che serve per migliorare la cura dei pazienti. 

(Nadia Presotto Luparia)

 

 

 

 

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