venerdì 3 giugno 2016

FESTA DELLE ORTENSIE IN VILLA SERRA


VILLA SERRA a COMAGO SANT’ OLCESE (GE)

Il 18 e 19 giugno 2016 “Festa delle ortensie”


 

Il parco: Villa Serra a Comagno, alle spalle di Genova è un edificio settecentesco ed il suo proprietario, marchese Orso Serra, a metà Ottocento, dopo un viaggio in Inghilterra, decise di trasformare il terreno agricolo della proprietà,  in un grandioso parco paesaggistico.

Con l’aiuto del marchese Carlo Cusani, industriale, pittore e architetto dilettante, iniziano i lavori di costruzione che si protrassero per circa dieci anni. All’ edificio esistente venne addossata una villa Tudor, secondo un progetto tratto dall’ “Encyclopaedia of Cottage, Farm and Villa Architecture” di Loudon e di lato una torre merlata. La pittoresca decorazione neogotica e l’ insieme degli edifici, rendono il complesso uno scenografico villaggio medievale.

Il Cusani si occupò anche del parco,  adagiato nel fondovalle della valletta del rio Comago, inserendo vegetazione sempreverde quali abeti rossi, cipressi, tassi, sequoie, agrifogli e, specie a foglia caduca per movimentare le scene ed avere i cambiamenti di colore con lo scorrere delle stagioni.

L’ acqua è grande protagonista, la si incontra subito dopo l’ingresso, con il  lago “grande” separato dagli edifici da un prato in pendenza. Altre presenze d’acqua sono rappresentate dal lago “superiore” che alimenta una catena d’acqua che scende verso la villa, lunga trenta metri che sfuma in una serpentina tra la vegetazione.  Piacevole l’ effetto di luci e ombre e dei gorgoglii dell’ acqua. La passeggiata lungo il percorso anulare permette d’ incontrare il terzo laghetto, alimentato da una cascata a velo d’acqua.

La proprietà, appartenuta alla stessa famiglia fino al 1938, passò per lascito testamentario alla Curia e poi all’ Opera Pia. Nel 1982 fu acquistata dai Comuni di Genova, Sant’ Olcese e Serra Riccò, e fu costituito il Consorzio Villa Serra.

Dopo anni di abbandono il suo grandioso parco è tornato a vivere. Con un sapiente restauro, sono stati ripristinati  i sentieri e le canaline di scolo in antiche pietre, ricostruito il belvedere, inserite nuove specie e anche due sequoie che erano state tagliate durante il periodo bellico. A testimonianza dell’ antico giardino, rimane la sequoia sul bordo del lago e quella al termine del ruscelletto a serpentina, con il suo strano apparato radicale.

Platani e tassi si notano lungo il viale che conduce alla villa, ma il parco concede ai suoi visitatori la vista di esemplari di liriodentron tulipifera, liquidambar, deodara, faggi, taxodium, querce, tigli e sofore…e tante altre specie.

Recentemente è stata inserita una collezione di ortensie, unica in Italia, che regala le sue preziose fioriture da maggio a settembre e richiama numerosi visitatori, soprattutto in giugno per la “festa delle ortensie”. E’la prima collezione pubblica in Italia con quasi 270 varietà, per un totale di circa 2000 piante. Nel 2015 Villa Serra ha ricevuto due riconoscimenti: 1° premio giuria popolare “il parco più bello d’ italia” e Certificato di Eccellenza Tripadvisor vincitore 2015.

Il parco, diretto dall’ architetto Fabio Calvi, è visitabile e lo era già nel lontano 1863. Risulta infatti che vi si potesse accedere muniti di un permesso; forse il marchese Orso Serra desiderava far conoscere al pubblico il suo grande parco.


 

INFORMAZIONI UTILI: Villa Serra ed il suo parco, a Sant’ Olcese (GE) si raggiunge in automobile, con l’ Autostrada A7 Genova-Milano, uscita Bolzaneto, quindi seguire la segnaletica. Oppure in treno, dalla stazione Genova Bolzaneto con servizio autobus.

Villa Serra fa parte del circuito Grandi Giardini Italiani ed é  visitabile tutto l’ anno, escluso il lunedì mattina, con orari diversificati a seconda delle stagioni.

Villa Serra inoltre offre alcuni servizi, quali convegnistica, organizzazione di manifestazioni, mostre ed eventi, pranzi, arena spettacoli, area giochi ed è set ideale per servizi fotografici e cinematografici e per celebrazione di riti civili.  Per maggiori informazioni tel. 010715577.

 

Testo: Nadia Presotto Luparia

 
Foto: Renato Luparia

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