"IL SUONO DEL SILENZIO" MOSTRA FOTOGRAFICA DI RENATO LUPARIA ALLA CASA D' ARTE DI VERCELLI
S’ inaugura sabato 4 ottobre alle ore 17.30 la
mostra fotografica “Il suono del silenzio” di Renato Luparia, allestita
nella galleria Casa d’ Arte di Vercelli, in via Vibio Crispo, 3.
Renato Luparia presenta stampe fotografiche bianco/nero “Fine Art” su carta
cotone, numerate e firmate in edizione di 10. Le immagini
rappresentano paesaggi del Monferrato con nebbia e neve nei quali, come su un
foglio da disegno bianco, spiccano solo pochi elementi. Quando neve e nebbia
cancellano ogni dettaglio superfluo, solo i soggetti principali sono evidenti.
In tutto
questo bianco sono gli alberi che, con i rami spogli, rivelano la bellezza della
loro struttura. Alberi a volte raccolti in bosco, a volte allineati lungo un
viale, oppure isolati in mezzo alla campagna come testimoni dell’alternarsi
delle stagioni, del tempo che passa cambiando ogni cosa.
Spiccano i
vigneti che sdegnano le colline del Monferrato, quella zona del Piemonte tanto
amata dal fotografo Renato Luparia.
Renato Luparia nasce a
Casale Monferrato e risiede a Conzano (AL).
Fin da
giovanissimo si interessa di fotografia. Collabora con giornali e riviste e le
sue immagini sono state pubblicate su libri e calendari.
I soggetti
preferiti sono la natura, fiori e giardini e in modo particolare il paesaggio,
rappresentato con diverse interpretazioni tutte molto personali.
Le sue
stampe fotografiche “Fine Art” sono state esposte a mostre di fotografia e
d’arte contemporanea nazionali e internazionali e fanno parte di collezioni
pubbliche e private in Italia e all’estero.
Scrive la
critica Luisa Facelli: Lo dico chiaro e tondo: pochi elementi
della natura interpretano il silenzio, anzi lo personificano, meglio di un
albero. Pura armonia: guardare e ascoltare. A orecchie dritte, come quelle
delle piccole lepri all’erta sulle colline del Monferrato. Le stesse colline di
Renato Luparia, nelle stampe fotografiche “fine art” digigraphie numerate e
firmate, in tiratura limitata, intitolate “Il suono del silenzio”, a suggerire
evocazioni di atmosfere sospese, in assenza totale di animali e di esseri
umani. In occasione della Collettiva di Fotografia d’autore del 2013, a Villa
Vidua, nella presentazione di questi lavori, rilevavo il clima rarefatto della
natura innevata, assorta misteriosa protagonista. Nelle immagini, infatti, la
nebbia si fa complice della neve in un bianco/nero dalle sfumature fiabesche,
da paesaggio nord-europeo; il respiro antico della stagione invernale
rappresentato con essenzialità, restituisce visioni suggestive: la serie
s’incardina sul tema arboreo, caro alla sensibilità di questo foto-artista, con
significati reali e allusioni forse metaforiche. Altre riflessioni analoghe,
più avanti: perché ora mi preme dire che Luparia è un fotografo appassionato,
ma di grande controllo: non esagera mai. Nessuna sudditanza tecnologica nei
confronti del mezzo usato, per fedeltà a un’idea di fotografia alta, antica
(non antiquata): non servirebbe uno strumento formidabile se lo sguardo fosse
spento, tutto preso più dalla tecnica che della visione. Non è questo il caso:
ogni scatto viene da un sentire immediato, ma che parte “da lontano”; senza
chiederglielo, perché non m’interessa stabilire né i suoi modelli né altre
somiglianze, azzardo che quanto a cultura fotografica, sul tema in questione,
vengono in taglio esemplarmente forse il “Cipresso nella nebbia” di Ansel
Adams, il “Sottobosco” di Man Ray, il grande albero solitario (Senza titolo) di
Jerry N. Uelsmann. Bastano e avanzano: riferimenti siderali in bianco e nero.
Ora, scendendo con i piedi per terra, credo che senza qualcosa di questa e
tanta altra cultura non si vada da nessuna parte. La sobrietà nitida con cui si
muove Luparia, la sa lunga in proposito. Lì da vedere: di per sé già prova di
uno stile e di un tratto del carattere, improntato alla consapevolezza che non
si deve mai smettere di studiare, con discrezione, perfino nel porre domande
cruciali, a voce bassa: il silenzio austero degli alberi insegna l’umiltà.
Piccola summa della miglior tempra della nostra gente piemontese? Ma sì, sfido
chiunque a confondere questa sua cifra personale così seria e onesta con la
baraonda delle derive semplicistiche di stampo “localistico” fine a se stesse
(per capirci: circolazione fotografica rozza di vigne, di campi, di fronde;
quante frasche in primo piano con in lontananza il solito edificio: niente
altro che cartoline anni Cinquanta, a volte perfino color pastello).
Riconfermo, quindi, con fermezza, il giudizio espresso sulle digigraphie ora
esposte alla Casa d’Arte: “L’albero nudo, solo in mezzo alla distesa bianca,
induce a ragionare sul sentimento di unicità con cui va osservato ogni elemento
del cosmo? E come interpretare lo sguardo sui boschi di pioppi nel contrasto
luce-ombra, acuito dall’effetto lattiginoso? O le ondulate colline di vigneti a
mezza via sulla carta tra terra e cielo… e le teorie di gelsi, ingoiati, come
in dissolvenza, dalla nebbia? La riflessione è spirituale: il libro della
natura, spalancato sotto i nostri occhi, è ancora in grado di stupirci. Così
l’attrazione per la geometria dei luoghi: tagli in diagonale, angolazioni non
convenzionali, prospettive ardite, l’intera grammatica formale di Luparia può
virare verso l’astrazione. La purezza delle inquadrature, l’originalità
dell’intera composizione suggeriscono ipotesi, ma ad avere la meglio è
l’emozione davanti all’immagine: fra tentazioni sperimentali e perizia tecnica
spicca l’autorevolezza di una straordinaria vocazione per il landscape”.
Insomma, non seducono solo le piante rare della natura più esotica, ormai
dietro l’angolo: si viaggia tutti, oggigiorno, che diamine. Ostinatamente, con
o senza valigia in mano, io sto con i poeti: il gelso, il pioppo, la quercia, l’ontano,
l’acacia, e tanti altri, sempre e ancora, da Pascoli a Pasolini, magari via il
Rigoni Stern di “Arboreto selvatico”o più ancora il Conti del recente “Il
grande fiume Po”: presenze di bellezza, ovunque, e anche qui da noi, attorno ad
acque placide e temibili, a volte selvagge da addomesticare. Il nostro stupore
si rinnova così, anche attraverso gli alberi di Renato Luparia. Nell’abbraccio
di colline, risuonano di questo sentimento tenace e silenzioso, come lo
scorrere del tempo”.
La mostra gode dei Patrocini del
Comune di Vercelli e della Provincia di Vercelli.
Informazioni utili: “Il suono del
silenzio” di Renato Luparia – Mostra fotografica è visitabile fino al 31
ottobre, tutti i giorni su appuntamento telefonico 347 2554103 - 39 328 672545. Casa d’Arte Viadeimercati –
Vercelli – Via Vibio Crispo 3. Ingresso libero.
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