"IL VUOTO E LO SPAZIO" PER WHITE CHRISTMAS AL CASTELLO DI CASALE MONFERRATO
WHITE IN CHRISTMAS
PRESENTA “IL VUOTO E LO SPAZIO”
Domenica 12 gennaio
alle ore 16 con Paola Casulli e Shoze Koike
Casale M.to
- La collettiva WHITE IN CHRISTMAS, promossa dal Comune di Casale Monferrato e
curata da Iris Devasini, allestita
presso le Sale Chagall del Castello, sta riscuotendo un notevole successo di
pubblico e critica. La curatrice presenta nel pomeriggio di domenica 12 gennaio, alle
ore 16, l’ evento “Il Vuoto e lo Spazio” con opere di Paola Casulli e Shoze Koike,
“Questi due artisti e professionisti, che
per motivi tecnici non hanno potuto partecipare prima all'esposizione, hanno
come comune denominatore il Giappone. Ho pensato -sottolinea la curatrice- che sarebbe stato molto interessante,
dedicare uno spazio al significato del bianco, in una cultura millenaria ed
affascinante come quella Nipponica e non privarci, così, della bellezza delle
loro opere."
Paola Casulli,
poetessa, travel blogger e bibliotecaria, dopo un lungo percorso poetico si
dedica con passione alla fotografia e domenica terrà una conferenza sul suo
recente viaggio in Giappone e sul concetto di MA, categoria estetica giapponese,
anche attraverso le sue fotografie dalle candide suggestioni.
Shozo Koike,
artista giapponese che dopo gli studi all’ Accademia di Belle Arti di Tokyo e
un percorso lavorativo e artistico in Giappone si trasferisce in Italia. L’
artista ci condurrà nella sua terra spiegandoci il concetto di bianco e nero,
che è ben rappresentato nell'antica tecnica del Sumi-e, di cui è maestro e
della quale ci regalerà una breve dimostrazione.
Le
loro opere, resteranno poi visibili, all'interno della mostra WHITE IN
CHRISTMAS, sino al finissage, insieme a quelle degli artisti della rassegna:
Matt Bicon, Loredana Boschiero, Niccolò Calvi di Bergolo, Carlo Cattaneo, Laura
Chiarello, Fernanda Core, Giuliana D'Adda, Maria Grazia Dapuzzo, Albina
Dealessi, Iris Devasini, Stefania Dolce, Labar, Renato Luparia, Daniele Lesti,
Gigi Marini, Carlo Mazzetti, Lea Martha Moulin, Piergiorgio Panelli, Ambra
Pegorari, Pietro Perrera, Nadia Presotto, Cecilia Prete, Renzo Rolando,
Giovanni Saldi', Noemi Zani e a quelle di Corrado Bonomi e Giuseppe Capogrossi,
i due ospiti d’ onore.
White Christmas si
concluderà domenica 19 gennaio con il concerto, di violoncello del Maestro Leonardo
Preietano a cura del Monferrato Classic Festival, con inizio alle ore 17.
La rassegna è dunque visitabile fino al 19 gennaio il sabato e la domenica
dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19, con ingresso libero.
Informazioni sui due
artisti de “Il vuoto e lo spazio”
Paola Casulli, poetessa,
Travel blogger e bibliotecaria, nasce a Ischia, isola che lascerà già dopo
pochi mesi per seguire il padre, ammiraglio della Marina Militare, in viaggio
per Italia e all’estero. Trascorre la
sua infanzia e la giovinezza a contatto con le più diverse culture, lingue, usi
e costumi, ma lontano dalla sua terra natia. Tanto che, proprio la sua vena
poetica, nasce e si nutre di questa esperienza multiforme ma soprattutto, dalla
volontà di riscoprire le sue origini perdute a causa proprio del precoce
abbandono della sua isola. Sarà forse quella incoercibile forza travolgente
della ricerca risolta alla conoscenza sia trascendentale che immanente, che la
porta a conseguire studi teologici. Dotata di temperamento artistico, sperimenta
le arti figurative approcciandosi con estro fecondo alla pittura, così come
all’attività teatrale cimentandosi in esperienze di recitazione. Si dedica allo
studio del pianoforte come si cimenta nella fotografia, sua altra, grande
passione. Formatasi sulle letture dei classici greci e latini e sulla
letteratura anglosassone e americana di tutti i tempi, approda alla
pubblicazione di sei libri in cui convergono i molteplici stimoli culturali e
artistici.
Organizza eventi culturali che uniscano
la poesia con la fotografia e scrive reportage di viaggio su riviste culturali.
Il blog, "Incanto Errante”, é
il suo blog di poesia e fotografia, reportage e racconti di viaggio.
“Dopo un lungo percorso poetico, sono
approdata alla fotografia come tentativo di opposizione alla parola, per certi
versi rutilante, barocca, eccessiva di oggi.
Non fotografo perché ho necessità di aggiungere alla parola un’immagine che possa rafforzarla ma per sottrarre alla
parola il suo peso in eccesso e cercare di restituirle una certa leggerezza. E
il viaggio in Giappone ha in qualche modo realizzato questo bisogno che avevo
di astrazione, rarefazione, del visibilmente silente, dell’evocazione
del vuoto. Nelle filosofie occidentali, e nel pensiero greco, da Parmenide in
poi, il non essere è spiegato in una accezione metafisica che tende ad
identificarlo con il Nulla assoluto, con il vuoto totale, identificato anche
come horror vacui, la paura del vuoto. Dal latino nihil, assenza, nulla negativo. Invece nel pensiero
orientale, il non esserci non rinvia al suo opposto ontologico o logico
di esserci, ma rimanda ad una “assenza determinata”. Al “vuoto determinato”.
Nel senso che questo “qualcosa che non c’è”, lo sto determinando come non
essere nel momento in cui lo nomino.
Questo spazio vuoto, considerato importante quanto lo spazio pieno in un
equilibrio armonioso in cui non c'è un elemento che prevale sull’altro ma
sempre in relazione reciproca di compenetrazione e trasformazione, si esprime
nel concetto di ma. Elemento centrale di tutte le discipline artistiche
orientali, il ma può essere considerato la categoria estetica giapponese
per eccellenza, un elemento implicito ma fondamentale di ogni opera d'arte:
solo grazie alla sua presenza le varie forme artistiche possono realizzare
pienamente il loro potenziale estetico. Queste mie fotografie che ritraggono
volutamente sempre la stessa porzione di una foresta di shirakaba sul finire
della stagione dei ghiacci in Hokkaido, Giappone, sono la mia personale
interpretazione del concetto giapponese di spazio, intervallo e vuoto. Un
lavoro in cui ho cercato di rappresentare e creare un vuoto pieno di senso
attraverso l’utilizzazione dello spazio bianco in cui inserire elementi
anch’essi bianchi che rafforzassero il concetto. Infatti shirakaba è il nome
giapponese per betulle bianche. Shira significa "bianco" mentre kaba
è il kanji combinato per "legno" e "bellezza", dando agli
alberi di betulla bianca il significato poetico di pura bellezza elegante. Dalla loro soave fusione nella neve
incontaminata durante l’inverno, ho dato voce a una poesia tutta visiva in cui
la contiguità del vuoto rispetto al pieno è la via per quella che i taoisti
chiamano “conoscenza suprema”. La capacità di cogliere la necessità del
vuoto per la costituzione di ogni cosa.”
Shozo Koike nato a Okaya,
in Giappone, dopo gli studi all'Accademia di belle arti ‘Taiheiyo’ a Tokyo e un
percorso lavorativo e artistico in terra nipponica, si trasferisce in Italia
per studiare restauro. A Firenze si diploma in restauro dei dipinti all’ Istituto
per l’arte ed il restauro ’Palazzo Spinelli’ e negli stessi anni segue il corso
di disegno all'Accademia di belle arti. Dopo un lungo periodo fiorentino, si
trasferisce in Piemonte a Casale Monferrato. Ma la sua cultura d’origine e
l’essenza della propria anima lo riavvicina alla tecnica giapponese di pittura
ad inchiostro sumi-e, un’arte tradizionale di pittura ad inchiostro, che
Koike inizia a condividere e diffondere in Italia sin dagli anni ottanta.
Attualmente Shozo Koike tiene workshops e corsi presso musei, gallerie d’arte,
associazioni e eventi culturali.
Le stagioni, la natura, lo spirito, la
vita: tutto ha un continuo mutare. Il cambiamento come passaggio da un aspetto
ad un altro, come rinascita e arricchimento. Come il fiore di loto che affonda
le radici nel fango, ma risale per distendersi sulla superficie delle acque
stagnanti ed affiorare per aprirsi in tutta la sua bellezza.
Il rapporto con la natura è da sempre un
elemento fondamentale nella cultura giapponese. Fiori e animali, rocce e fiumi,
così come il paesaggio, posseggono un’anima e una natura divina, soggetti degni
di veri e propri ritratti e non solo descritti come puro elemento decorativo.
Attraverso le molteplici gradazioni dell’inchiostro la natura diventa poesia ed
è raccontata con tutta la sua grazia. Il termine giapponese SUMIE, significa
letteralmente: pittura (E) ad inchiostro (SUMI). E’ l’arte che rappresenta
l’armonia del bianco e nero attraverso l’uso di pochi e semplici strumenti:
inchiostro, acqua e carta. Senza l’uso del disegno si compongono immagini
all’apparenza semplici, ma da cui traspare armonia ed eleganza. Dalla
diluizione dell’inchiostro alla preparazione delle gradazioni, per finire con
la creazione di un’immagine, un percorso dentro il mondo e la cultura del Sol
Levante.
Viene così rivelata l’essenza
dell’artista, la parte legata all’occidente dove ha scelto di vivere e la parte
orientale, quella dell’anima.
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