domenica 18 agosto 2019

Il testo critico di Federica Mingozzi


IL TESTO CRITICO DI FEDERICA MINGOZZI

 

Questo é il testo critico  redatto per me dalla prof.ssa  Federica Mingozzi:

 

Cos’è l’arte? Rispondere a questa domanda non è semplice, ma si può dire che è un caleidoscopio di emozioni, che si riverberano dall’anima dell’artista a quella di chi guarda. Tale caleidoscopio è in grado di creare impressioni in apparenza fuggevoli, in realtà profonde, da interpretarsi alla luce della sensibilità personale di ognuno.

Ogni artista dunque tenta di scandagliare in profondità la propria Ψυχή, la propria anima, cercando la cifra ideativa e compositiva che possa diventare testimonianza della sua sincera capacità introspettiva. È inoltre necessario tenere conto delle suggestioni offerte dalla realtà che, unite a questa capacità, creano l’opera d’arte.

Nadia Presotto, pittrice conzanese, in questo è maestra: il suo percorso l’ha portata ad affrontare tecniche diverse, ammantandole però di una speciale sensibilità coloristica che è diventata sua intrinseca caratteristica; il suo approccio compositivo tende alla kalokagathìa di classica memoria, che è insieme di bellezza e bontà. I suoi paesaggi, infatti, sono proprio questo: cromatismi vibratili quasi giustapposti, più tenui negli acquarelli, più corposi negli oli, che rendono manifesto il suo affetto per ciò che la circonda. Renoir diceva: “Io amo quei quadri che mi fanno venir voglia di entrarci dentro per andarci a spasso” ed è così che ci si sente di fronte alle colline, agli specchi d’acqua, alle macchie vegetali di Presotto, partecipi di quel fluire ininterrotto che è poi l’esistenza: si vorrebbe “andarci a spasso” per condividere l’armonia che ne promana.
 

Gli acquarelli rivelano inoltre capacità tecniche notevoli, che l’artista ha perfezionato nel tempo; la sua abilità nel campire gli spazi con velature che paiono lievi trame tessili è la testimonianza di un iter in divenire ben lungi dall’essere concluso.
 

Negli oli si percepisce invece un ispessimento della superficie pittorica che sembra corrispondere ad una necessità di sentirsi ancorata alla Terra: in questo modo ne diventa parte, è lei stessa creatura creatrice, in grado di scoprire le segrete eufonie della natura.
 

Guardando le sue opere sembra quasi di poter dire, come scrisse Leopardi, “E il naufragar m’è dolce in questo mare”: bisogna infatti lasciarsi abitare da ciò che si vede, in modo da trovare quella dolcezza che permette di sperimentare l’infinito che lei ci regala.

 

Federica Mingozzi

Agosto 2019

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