ACQUERELLI: LE CRITICHE DEL PROF. PALEARI
GLI
ACQUERELLI DI NADIA PRESOTTO
Ricevo,
e con piacere condivido con i miei lettori, le critiche del Prof. Ermanno
Paleari del Liceo Berchet di Milano, relative ai miei acquerelli:
Risaia
“Gli acquarelli che l'artista Nadia
Presotto ha elaborato in questi ultimi tempi, mostrano il gusto della
ricerca tecnica raffinata, quasi di una impalpabile rarefazione, nel contempo,
rilevano la ricerca di valori estetici e introspettivi che raramente gli
artisti contemporanei, sono in grado di conservare. Tanto, forse troppo si è
scritto e sperimentato nelle arti figurative sembra arrivata la saturazione di
ogni variabile indipendente eppure , in
ogni pagina di questo diario figurativo ,da leggersi in una continuità di
variazioni quasi musicali, senza mai interrompere l'indagine dello sguardo, la
Signora Presotto, mostra coerenza, il rigore, sul tema della memoria ma anche
dell'esplorazione di nuove spazialità. Il sottofondo, quasi affine ad un preludio debussiano del secondo
libro o
alla partitura della Jonisation di Edgar Varése, trattiene con fermezza
di pennello, tutta calcolata nelle cadenze con il medium, luci a volte soffuse
di ambra o di vermiglioni, spesse, cariche di gestualità altre volte turchine attenuate da sfocature nebulose.
Sono distanze remote ma persistenti delle campagne orizzontali vercellesi o
alessandrine, sono crinali collinari con aguzzi castelli monferrini,
abbarbicati sul nulla. Oppure son filari di alberi che tanto hanno ispirato
anche il Maestro Luparia nella produzione fotografica. Rendere tutti questi
passaggi spaziali, tra verticali ed orizzontali, senza assetti prospettici
consolidati, quasi fossero usciti dalla isometria giapponese, è già un'ardua
sfida. Se, poi si aggiunge, che le sensazioni tra sguardo e ricordo vengono
diluite, ed assorbite in rapidi
tratteggi trasparenti e
controllatissimi, si tocca l'informale quasi istantaneamente.
L'acquarello tanto caro a Turner e al
sublime tedesco, qui acquista risorse compositive nuove, punta su equilibri e
rapporti inusitati che non rinunciano, però, quando l'artista lo desidera, a
dialogare con la natura. Certo tutto questo, non può e non vuole collegarsi a
sentimentalismi struggenti del tardoromanticismo, né sugellare un ritorno alla
figurazione, solo che il Novecento ha lasciato segni non invano, ma ormai siamo
nel secolo successivo e se la ricerca vuole esistere, l'arte deve voltar
pagina. In questo senso pittura e musica possono riprendere comuni
intendimenti. Gli acquarelli della signora Presotto, sono piena espressione di
un'arte capace di rinnovarsi, dopo la pesante eredità della transavanguardia.
GLI
ACQUERELLI ASTRATTI
L'artista svela appena l'impegno
continuo, i sacrifici e il travaglio dell'atto creativo. E cerca di colmare il
divario tra la composizione e gli interpreti, usando il codice verbale che
additi la strada corretta per capire le proprie opere. Una fatica improba e
dura. Molto inseguita. Gli acquarelli astratti di Nadia Presotto non hanno
bisogno di allocuzioni critiche per essere compresi fino in fondo. Non si
caricano di valenze criptiche e opinabili che abbondano nella contemporaneità,
per darsi uno stato di esemplare elevatezza.
La trasparenza e l'umiltà con cui l'autrice conduce il rapporto tra
dissonanze cromatiche e infinitesime distanze di spazi, son segni di
sperimentazioni pittoriche esemplari. Quel che i critici non esibiscono con
elucubrazioni gratuite, in ogni composizione della Signora Presotto si impone
per l'icastica forza dell'evidenza. E non manca un antico vocabolo silente da
molti decenni, la bellezza del segno. Un empito classico dunque.
Prof.
Ermanno Paleari – Liceo Berchet – Milano addì 5 novembre 2015
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