martedì 24 novembre 2015

ACQUERELLI: LE CRITICHE DEL PROF. PALEARI


GLI ACQUERELLI DI NADIA PRESOTTO

Ricevo, e con piacere condivido con i miei lettori, le critiche del Prof. Ermanno Paleari del Liceo Berchet di Milano, relative ai miei acquerelli:
Risaia
                                                                   Monferrato

“Gli acquarelli che l'artista Nadia Presotto ha elaborato in questi ultimi tempi, mostrano il gusto della ricerca tecnica raffinata, quasi di una impalpabile rarefazione, nel contempo, rilevano la ricerca di valori estetici e introspettivi che raramente gli artisti contemporanei, sono in grado di conservare. Tanto, forse troppo si è scritto e sperimentato nelle arti figurative sembra arrivata la saturazione di ogni variabile indipendente eppure ,  in ogni pagina di questo diario figurativo ,da leggersi in una continuità di variazioni quasi musicali, senza mai interrompere l'indagine dello sguardo, la Signora Presotto, mostra coerenza, il rigore, sul tema della memoria ma anche dell'esplorazione di nuove spazialità. Il sottofondo, quasi  affine ad un preludio debussiano del secondo libro  o  alla partitura della Jonisation di Edgar Varése, trattiene con fermezza di pennello, tutta calcolata nelle cadenze con il medium, luci a volte soffuse di ambra o di vermiglioni, spesse, cariche di gestualità altre volte  turchine attenuate da sfocature nebulose. Sono distanze remote ma persistenti delle campagne orizzontali vercellesi o alessandrine, sono crinali collinari con aguzzi castelli monferrini, abbarbicati sul nulla. Oppure son filari di alberi che tanto hanno ispirato anche il Maestro Luparia nella produzione fotografica. Rendere tutti questi passaggi spaziali, tra verticali ed orizzontali, senza assetti prospettici consolidati, quasi fossero usciti dalla isometria giapponese, è già un'ardua sfida. Se, poi si aggiunge, che le sensazioni tra sguardo e ricordo vengono diluite, ed  assorbite in rapidi tratteggi trasparenti  e controllatissimi, si tocca l'informale quasi istantaneamente.

L'acquarello tanto caro a Turner e al sublime tedesco, qui acquista risorse compositive nuove, punta su equilibri e rapporti inusitati che non rinunciano, però, quando l'artista lo desidera, a dialogare con la natura. Certo tutto questo, non può e non vuole collegarsi a sentimentalismi struggenti del tardoromanticismo, né sugellare un ritorno alla figurazione, solo che il Novecento ha lasciato segni non invano, ma ormai siamo nel secolo successivo e se la ricerca vuole esistere, l'arte deve voltar pagina. In questo senso pittura e musica possono riprendere comuni intendimenti. Gli acquarelli della signora Presotto, sono piena espressione di un'arte capace di rinnovarsi, dopo la pesante eredità della transavanguardia.

GLI ACQUERELLI ASTRATTI

L'artista svela appena l'impegno continuo, i sacrifici e il travaglio dell'atto creativo. E cerca di colmare il divario tra la composizione e gli interpreti, usando il codice verbale che additi la strada corretta per capire le proprie opere. Una fatica improba e dura. Molto inseguita. Gli acquarelli astratti di Nadia Presotto non hanno bisogno di allocuzioni critiche per essere compresi fino in fondo. Non si caricano di valenze criptiche e opinabili che abbondano nella contemporaneità, per darsi uno stato di esemplare elevatezza.  La trasparenza e l'umiltà con cui l'autrice conduce il rapporto tra dissonanze cromatiche e infinitesime distanze di spazi, son segni di sperimentazioni pittoriche esemplari. Quel che i critici non esibiscono con elucubrazioni gratuite, in ogni composizione della Signora Presotto si impone per l'icastica forza dell'evidenza. E non manca un antico vocabolo silente da molti decenni, la bellezza del segno. Un empito classico dunque.

Prof. Ermanno Paleari – Liceo Berchet – Milano addì 5 novembre 2015

 

 

 

 

 

0 Commenti:

Posta un commento

Iscriviti a Commenti sul post [Atom]

<< Home page