La biologa Simona Martinotti al meeting dei Nobel a Lindau
LA BIOLOGA SIMONA MARTINOTTI AL
MEETING DEI PREMI NOBEL A LINDAU
Oltre 22.000
candidati, 650 selezionati.
La dottoressa Simona Martinotti è stata tra
i giovani scienziati che hanno preso parte alla 65esima edizione del Lindau
Nobel Laureate Meeting a fine giugno 2015.
Tenutisi per la prima volta nel 1951, i
meeting di Lindau – cittadina bavarese sul lago di Costanza, nella Germania
meridionale – sono divenuti un appuntamento culturale unico durante il quale si
instaura un dialogo stimolante tra diverse generazioni di scienziati. Giovani
laureati e ricercatori che si sono già distinti per le proprie capacità possono
confrontarsi con premi Nobel e studiosi eminenti, partecipando a convegni e
seminari relativi a ogni ambito del sapere scientifico e umanistico.
Il comitato organizzatore del Meeting ha
selezionato 650 giovani promesse della ricerca provenienti da 66 diversi Paesi
dei cinque continenti e ha dato loro la possibilità di incontrare e interagire
con 65 Premi Nobel.
Il meeting di Lindau rappresenta per i
giovani ricercatori un grande laboratorio, un eccezionale incubatore,
concentrato in un fitto programma di eventi in pochi giorni dai quali
raccogliere l’esperienza, personale e tecnica, trasmessa dai Premi Nobel di
tutto il mondo che, in linea con il motto dell’evento: "educate, inspire
and connect", si pongono a disposizione della collettività per formare
giovani ricercatori di talento in grado di contribuire in modo consistente al
progresso scientifico.
La mia amica Simona è nata a Casale
Monferrato e dopo il diploma come Perito Chimico Industriale all’ITIS A.
Sobrero di Casale Monferrato, si è laureata in Biologia e in Scienze Biologiche
Applicate con il massimo dei voti. Ha poi iniziato il corso di Dottorato in
Scienze Ambientali (Acque Interne e Agrosistemi) presso il DiSIT, e lo ha
terminato nel 2012 discutendo poi la Tesi dal titolo “Active nutrients and drug: building a new synergistic approach in
mesothelioma therapy”.
Dal 2012 è post-doc presso il Dipartimento
di Scienze e Innovazione Tecnologica (DiSIT) di Alessandria dell’Università del
Piemonte Orientale. Nel 2013, Simona ha
vinto il Lush Prize Award, ambito
premio internazionale dedicato alla ricerca nel campo dei test alternativi
promosso da Lush e Ethical Consumer. Nel 2014, ha costituito con il Dr. Elia
Ranzato e l’Ing. Marco Caneva, il Caffè Scienza Alessandria, presso
l’Associazione Cultura e Sviluppo. Uno spazio dove parlare e discutere di
scienza con i "non addetti ai lavori", aspetto molto importante del
lavoro di uno scienziato.
Oltre ad essere una giovane ricercatrice, è
anche una giovane donna che ama cucinare e preparare dolci, e ama dedicare
parte del suo tempo agli altri, è infatti Volontaria della Croce Rossa Italiana
presso il Comitato di Casale Monferrato.
Ma cosa è stato per te Lindau?
E’
stata – ci risponde Simona - una
settimana per sentirmi entusiasta di ciò che ogni giorno faccio e per
sincerarmi che la strada della ricerca, per quanto difficile e perigliosa, sia
la mia strada.
Ho
cercato di accumulare più esperienze e contatti possibili in questa settimana –
aggiunge con il suo solito entusiasmo Simona – Tra le altre cose, ho raccolto anche i consigli dei Premi Nobel.
Alcuni, come: “Lavora su qualcosa che ti entusiasma e non seguire la corrente”
oppure “credici ma scegli i tuoi obiettivi e resta sempre critico” sono stati
esposti con la dolcezza e la saggezza dei nonni. Ma anche “chi mai sbaglia, mai
potrà giungere a importanti scoperte” è un importante ammonimento.
C’è poi il
contatto diretto con i Premi Nobel che oltre ad essere dei “miti” nella scienza
sono persone in tutta la loro umiltà, simpatia e calore umano, che li pone in
atteggiamento di ascolto prima ancora che in quello di “insegnanti”.
Sono
arrivata - prosegue
nella chiacchierata Simona - a Lindau con
molte domande e mille dubbi. Tra questi, uno in particolare aveva la priorità:
come affrontare gli inevitabili e numerosi “fallimenti” nella ricerca
scientifica. Forse non ho ricavato la risposta completa o una ricetta
universale, ma ho acquisito una consapevolezza, condivisa con tutti gli altri
giovani che erano presenti. L’unico modo è non perdere la fiducia in se stessi,
insistere, amare il proprio lavoro.
Grazie poi
alla disponibilità di diversi premi Nobel, tra cui il prof. Carlo Rubbia, ho
chiesto loro e registrato alcuni messaggi di incoraggiamento e di impegno per i
miei studenti.
L’esperienza
più rilevante comunque emersa dal ritrovo con i Premi Nobel è stata la loro
capacità di contagiare i giovani con la loro grande passione per la ricerca
scientifica, perché senza passione la ricerca scientifica è un campo
impossibile. Credo che due siano le parole chiave da tenere in mente per poter
intraprendere la carriera scientifica: passione e voglia di lavorare senza
fermarsi al primo ostacolo, al primo esperimento non riuscito o al primo
risultato inaspettato.
Quale Premio
Nobel ti ha colpito di più?
Tutti
i Nobel Laureates con cui ho avuto il piacere di interagire sono stati molto
appassionanti, ma ho conservato un ricordo speciale della professoressa Ada
Yonath, premio Nobel per la Chimica nel 2009. La professoressa Yonath ci ha
raccontato come dopo aver svolto vari lavori per aiutare la madre a mantenere
la famiglia e dopo aver svolto il servizio militare (è nata a Gerusalemme) ha
perseguito con caparbietà il suo percorso nella scienza, conciliando vita
lavorativa e vita familiare
La prof.ssa
Yonath, alla fine della sua lectio, dopo aver mostrato una bellissima torta
fatta da una ricercatrice del suo laboratorio e aver parlato di sua figlia e
della nipotina, ha concluso dicendo "…and remember: you can be a good
mother, a good cake-maker and also a good scientist!"
Come ti è sembrata la cittadina di Lindau?
Lindau
– ci racconta Simona - si trova sulla
sponda destra del Lago di Costanza (Bodensee), è vicina al confine con
l’Austria e la Svizzera ed è circondata dalle montagne. Il suo centro storico
medioevale è situato su un’isoletta sul lago di Costanza ed è collegato alla
terraferma da un ponte ferroviario e stradale.
Uscita dal
treno, la prima sensazione che ho provato è quella di essere in un favola, una
favola di quelle con i principi e le principesse.
L’atmosfera
elegante e signorile è la caratteristica che contraddistingue Lindau.
Due passi
dalla stazione ferroviaria, il modo più semplice per arrivare a Lindau, e ci si
trova direttamente nel porto, in passato era uno dei più importanti della
Baviera come testimonia la statua del leone, simbolo della forza bavarese e il
Mangturm, antico faro.
Poi si
prende la via principale del centro storico ovvero la Maximilianstraße, lungo
la quale si trovano molti negozi e case del ‘500 dai variopinti colori.
Maestoso
nella sua fierezza e nella sua decorazione, si erge sulla Maximilianstraße,
l’Alte Rathaus: ovvero il vecchio municipio che fu eretto tra il 1422 e il 1436
in stile gotico.
Cuore
della città invece è la Marktplatz dove si trova la fontana di Nettuno
costruita nel 1840. Sulla Markplatz si affacciano due chiese una accanto
all’altra, quella cattolica Unserer Lieben Frau dedicata alla Madonna e la
chiesa evangelica di St. Stephan.
Di Lindau
però mi ha colpito in particolare il suo Museo. E’ situato in Marktplatz, nella
“Haus zum Cavazzen”. E’ un palazzo in stile barocco, con al piano terra una
mostra temporanea dedicata a Nolde, mentre ai piani superiori raccoglie mobili,
dipinti, sculture, oggetti in argento, in vetro ed in ceramica di diversi
periodi storici. Inoltre si trovano giocattoli antichi e una famosa collezione
di strumenti musicali antichi.
Quale esperienza hai tratto dal Meeting di
Lindau?
Ho portato
a casa con me tutte le emozioni che ho vissuto in questa settimana. Tutte le
mille sfumature, vissute con chi mi è stato vicino, di questa grande
opportunità, dalle prime più difficili a quelle più positive alla fine.
E come
dice Bob Dylan "abbi cura dei tuoi ricordi, perché non puoi viverli di
nuovo", ne farò tesoro e farò tesoro di questa opportunità, soprattutto
come una fonte di ispirazione e forza quando ne avrò bisogno per scegliere il
mio posto e il mio percorso, nella vita, e per cercare di diventare una buona scienziata.
La dr.ssa Simona Martinotti
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