STORIA DELLA MAIL ART
STORIA DELLA MAIL ART
UNITI nella MAIL ART
di Hans Braumüller, Ruggero Maggi, Clemente Padín e Chuck Welch.
Maggio 2020
"Il documento UNITI nella MAIL ART vuole
essere testimonianza della nascita e dello sviluppo di questa espressione
artistica conosciuta come ARTE POSTALE… senza dubbio la più ampia - al di fuori
del mercato dell'arte - per numero di partecipanti e per estensione, sia a
livello geografico che temporale. Ciò può essere spiegato per il suo dichiarato
proposito di porsi fuori dall'ambito commerciale, senza attribuire alcun valore
venale allo scambio, ma privilegiando la comunicazione e la padronanza del
mezzo postale… per questo non morirà mai. Per una comunicazione genuina sono
sufficienti due interlocutori che esercitino il loro ruolo sociale”.
Clemente Padín, Montevideo, 21.05.2020
STORIA
IL PRIMO “ISMO” DELLA MAIL ART – NEOISMO
LA SFIDA DELLA MAIL ART NELLE AMERICHE
LA SOPRAVVIVENZA DEGLI ARTISTI
PROGETTI DI MAIL ART TRA ASIA-PACIFICO, AUSTRALIA ED EUROPA
AFRICA
SFIDANDO LA CORTINA DI FERRO DELL'EUROPA DELL'EST
LA VOCE COMUNE DELLE RIVISTE DI MAIL ART
MAIL ART… DALL'ANALOGICO AL DIGITALE
ARCHIVI DI MAIL ART
CONCLUSIONI
STORIA
La Mail Art, conosciuta anche come Arte postale, nacque
all'inizio degli anni Sessanta. Questa forma d'arte della comunicazione fu
influenzata dall'attitudine di alcuni artisti Fluxus di fondere il concetto di
vita con quello di arte; compositori, disegnatori, editori e poeti internazionali
cominciarono a produrre, sotto la guida dell'artista lituano-americano George
Maciunas mailinglists, francobolli, cartoline sperimentali e kit
postali.
Nel 1970, utilizzando proprio come mezzo di comunicazione la posta
internazionale, il gruppo Canadian Image Bank di Michael Morris, Vincent
Trasov e Lee Nova realizzò i primi progetti. Due anni dopo, nella Polonia
controllata dal regime sovietico, 26 artisti postali e fluxus firmarono
un Net Manifesto per un Network decentralizzato, aperto e non-commerciale.
Il progetto, redatto in nove punti, fu coordinato da Jaroslaw Kozłowski e
Andrzej Kostołowski fino a quando l'appartamento di Kozłowski fu oggetto di
un'irruzione da parte della polizia polacca.
Uno scambio di lettere più intimistico e personale è presente
nella corrispondenza e nei moticos (collages), opere del pioniere
della Pop Art Ray Johnson, che precedette Fluxus, Image Bank e
Net Manifesto. Nel 1945 Johnson lasciò la sua casa a Detroit, Michigan, e si
diresse in autostop al Black Mountain College nella Carolina del Nord, dove fu
studente del famoso artista e maestro della Bauhaus Josef Albers. Nel 1960
iniziò a spedire arte postale a critici d'arte, ad artisti Pop ed all'establishment
artistico di New York.
Per definire questa particolare attività artistica di Johnson, il
suo caro amico a New York Ed Plunkett coniò il nome di New York
Correspondance School of Art, definizione che Johnson adottò per schernire
la Abstract Espressionism Art School di Willem de Kooning. Con lo stesso
spirito ironico Ray Johnson creò le “nothings” facendo il verso agli Happenings
di Allan Kaprow.
Ray Johnson non affermò mai di aver inventato il termine mail
art che fu coniato invece, nel 1971, dal curatore e critico d'arte Jean-Marc
Poinsot nel suo libro Mail Art: Communication a Distance Concept.
Nell'edizione della rivista di gennaio/febbraio 1973 di Art in America
il termine Mail Art apparve nell'articolo intitolato Discorso storico
sul fenomeno della Mail Art del poeta nordamericano David Zack il quale,
insieme a Roy Deforest, fondò il movimento artistico California Funk.
Nel 1970 il Whitney Museum of American Art presentò la New
York Correspondance School of Art (NYCS) in una esposizione di arte per
corrispondenza che consisteva unicamente nell'invito di Johnson ad altri
personaggi. Vari noti artisti Fluxus considerarono Johnson come il "padre
della Mail Art" ma, anche se Johnson realizzò “nothings” in vari
eventi Fluxus, non si considerò mai parte di questo movimento artistico e non
gli piaceva neppure che la sua “scuola” fosse considerata un “network”.
L'artista ed ideologo Robert Filliou nel “Fête Permanente / Eternal Network”
considerò la “mail art” come un "network eterno" il cui
accesso potesse essere aperto a tutti, artisti e non.
L'arte postale si espanse e si trasformò in una
“rete decentralizzata” con migliaia di artisti internazionali anche grazie ai
progetti ed agli elenchi dei partecipanti messi in circolazione sulla Costa
Occidentale degli Stati Uniti da Ken Friedman, il più giovane membro di Fluxus,
e su quella orientale da Dick Higgins. Nell'aprile del 1973 il Museo di Arte
Joslyn in Omaha, Nebraska, ospitò il
network project esteso a livello urbano e regionale Omaha Flow Systems di
Ken Friedman. Questo emblematico progetto permise a migliaia di artisti di
contribuire senza giudici o giurati: aspetto essenziale della mail art che
sopravvive ancora oggi. Si incoraggiarono inoltre i visitatori della mostra a
togliere i lavori di arte postale dalle pareti sostituendoli con le loro
creazioni di mail art.
Robert Indiana, preminente precursore nordamericano
dell'assemblage-art, contribuì alla realizzazione dell'intercambio proposto dal
progetto Omaha Flow Systems, così come fece May Wilson corrispondente ed
amica di Ray Johnson, pioniera femminista della mail art a New York.
Durante gli anni Settanta e all'inizio degli anni Ottanta la
scuola di Ray Johnson prosperò, sebbene Johnson affermasse di averla “uccisa”
con un annuncio pubblicato sul New York Times del 1973. I progetti
internazionali Fluxus “fiorivano” e particolarmente attivi furono il gruppo di
artisti canadesi General Idea, i Dadaisti dell'area del Mendocino
e quelli della Baia di San Francisco: Anna Banana, Bill Gaglione, Buster
Cleveland, Lon Spiegelman, Tim Mancusi, Monty Cazazza, Opal Nations, Pat
Tavenner, Genesis P-Orrige e Ginny Lloyd, per citarne alcuni.
IL PRIMO “ISMO” DELLA MAIL ART – NEOISMO
Nel 1979 nacque il Neoismo, ideato dall'emigrato ungherese Istvan
Kantor che “cospirò”, in brevi editoriali su riviste, con i poeti Al Ackerman e
David Zack insieme ai quali lanciò una strategia per condividere con altri uno
pseudonimo (identità multipla) di una Pop star, basata sul personaggio
immaginario di Monty Cantsin. Dalla sua origine a Portland, Oregon, il Neoismo
si estese in Europa durante gli Anni Ottanta trasformandosi successivamente
nell'identità condivisa di Karen Eliot, dello scrittore britannico Stewart
Home. I neoisti di Montreal, New York, San Francisco e Baltimora realizzarono
manifesti, volantini, bollettini e la rivista Smile, utilizzando
il network della mail art come sistema di distribuzione, una non
semplice coesistenza tra queste eterogenee esperienze artistiche.
Un'altra identità collettiva che si manifestò in Italia fu quella
di Luther Blissett, il cui “portatore zero” fu un inconsapevole calciatore con
una sfortunata apparizione in una squadra milanese.
LA SFIDA DELLA MAIL ART NELLE AMERICHE
Fin dagli inizi e durante gli anni Settanta, la mail art nelle due
Americhe si delineò in relazione a come gli artisti postali resistettero allo
“status quo” culturale e politico.
Mentre i nordamericani si ribellarono al formalismo, alla fama,
alla moda, ai musei, ai critici delle gallerie e alle istituzioni, i
latinoamericani resistettero e si opposero ai propri regimi repressivi.
L'obiettivo non era quello di affermare la propria identità personale, ma di
sviluppare strategie interdisciplinari aperte per instaurare una comunità
locale e globale come atto politico. Nel Nord America, l'atto più radicale di
Ray Jonhson fu quello di liberare l'arte dalla sfera commerciale regalando o
barattando suoi lavori in un’ottica di libero scambio, mentre in America Latina
la mail art rappresentò anche una lotta rivoluzionaria per la quale gli artisti furono incarcerati,
torturati, esiliati e assassinati.
Edgardo Antonio Vigo (1928-1997), Clemente Padín, Paulo Bruscky e
Graciela Gutiérrez Marx (Argentina) furono i principali e tra i primi artisti
concettuali sudamericani. Sono da ricordare anche l'artista tedesco-uruguaiano
Luis Camnitzer, l'argentina Liliana Porter a Buenos Aires nel 1968 e Pedro Lyra
in Brasile che, nel 1970, pubblicò un manifesto sulla mail art. In America
Latina le prime mostre furono realizzate da Clemente Padín in Uruguay (1973),
da Edgardo Antonio Vigo in Argentina e da Paulo Bruscky in Brasile (1974).
Nel 1976 Palomo, figlio di Edgardo Vigo, fu vittima del terrorismo
di stato perpetrato dalla dittatura militare argentina durante la quale
migliaia di studenti, giornalisti e attivisti furono assassinati o
“desaparecieron”. Nello stesso anno Vigo scrisse Arte Correo: Una nueva fase en El Proceso
Revolucionario de Creación, in cui descrisse la mail art come una
storia alternativa dell'arte. La sua collaboratrice, Graciela Gutiérrez
Marx, propose un'operazione di poesie in azione e, nell'agosto del 1984,
partecipò alla costituzione dell'Asociación Latinoamericana y del Caribe de
Artistas-Correo, fondata nella città di Rosario in Argentina, che riunì la
maggior parte degli artisti postali dell'America Latina e che presto divenne
strumento di scambio e comunicazione. Tra i fondatori citiamo anche Clemente
Padín e Jorge Caraballo che nel 1977, a causa delle loro azioni di arte postale
in opposizione alla giunta militare, subirono carcere e torture. Padín, come
Gutiérrez Marx, realizzò nelle strade e nelle piazze performances con
azioni poetiche che denominò il linguaggio dell’azione.
Quando gli artisti postali brasiliani Paulo Bruscky e Daniel
Santiago organizzarono la Seconda Esposizione Internazionale di Mail Art
brasiliana nel 1976, la polizia immediatamente chiuse la mostra, distrusse le
opere ed incarcerò i due artisti. Bruscky affermò: "È sempre lo stesso:
coloro che pretendono di essere padroni della cultura, cercheranno sempre di
imporre le loro regole”.
A tal proposito è importante menzionare il gruppo internazionale
di artisti postali Solidarte, attivo in diversi paesi, che si poneva
l’obiettivo di sensibilizzare l'opinione pubblica per ottenere la scarcerazione
dell'artista salvadoregno Jesus Romeo Galdamez. Con l’intervento della comunità
internazionale di artisti postali furono organizzate pressanti azioni mondiali
per liberare Clemente Padín incarcerato dal 1977 al 1984 e Jorge Caraballo dal
1977 al 1978.
LA SOPRAVVIVENZA DEGLI ARTISTI
Negli ultimi trent’anni del XX secolo i mailartisti
latinoamericani, dell’Europa dell’Est e dei Balcani lottarono per r-esistere
all’interno dei propri regimi repressivi mentre oggi, la provocazione
artistica, con i conseguenti scontri e controversie, risulta più
incentrata sul mondo stesso dell’arte che non sulla sopravvivenza degli artisti
stessi.
Gli artisti polacchi Pawel Petasz, Tomasz Schulz e Andrzej
Kwietniewski furono sottoposti alla legge marziale quando il movimento Solidarność
di Lech Walesa fu abolito nel 1981. Nella Germania Orientale Robert
Rehfeldt, Ruth Wolf-Rehfeldt e Friedrich Winnes per anni vissero costantemente
sotto il controllo della polizia segreta Stasi, così come anche in Ungheria la
polizia sorvegliò gli artisti postali György Galántai e la sua partner Júlia
Klaniczay, curatori di importanti esposizioni di arte sperimentale. Durante la
sanguinaria guerra dei Balcani negli anni Novanta, i pacifisti e mailartisti
serbi tra cui Andrej Tisma, Dobrica Kamperelić, Nenad Bogdanovic
soffrirono embarghi, censure, guerre, povertà e inanizione.
Nell’Europa Occidentale e in Gran Bretagna, così come in America
gli artisti postali sovvertirono i limiti artistici prestabiliti dalle
istituzioni. La sopravvivenza è spesso un viaggio solitario, di cui i primi
testimoni sono proprio gli operatori postali, anche se la mail art offre
connessioni con il mondo intero attraverso il contenuto di una semplice busta.
Gli artisti europei si distinsero a livello concettuale per esporre sia in
centri artistici locali sia in spazi alternativi: banche, bagni, bar, bordelli,
cartelloni pubblicitari, soffitte, stanze da letto e balconi.
Gli artisti dell'Europa Occidentale utilizzarono in modo
innovativo molti mezzi: francobolli, timbri, audio-arte, copy-art, libri
d'artista, riviste e video d'arte. La mail art si manifestò anche
nell'arte concettuale di Klaus Groh. L’artista Robin Crozier creò il progetto Memo
(Random) Memo (RY), una banca dati dei ricordi. Keith Bates ideò una speciale serie di caratteri
per la mail art. L'artista e teorico belga, Guy Bleus, costituì un grande
archivio di mail art, l'Administration Center. Il regista danese Niels
Lomholt sperimentò la mail art nel video e realizzò la pubblicazione di
formulari strutturati e schematici. In Olanda, Ruud Janssen creò l'Unione
Internazionale di Mail-Artisti (IUOMA).
Rod Summers/VEC fu pioniere nella ricerca sulla audio-art,
nella poesia visiva, sperimentale e concreta. Ulises Carrión, riconosciuto
teorico dell'arte postale e dei libri d'artista fondò la Other Books
and So, una galleria/libreria di Amsterdam dedicata a pubblicazioni
di artisti sperimentali e video-performances. Gli artisti visivi e performers
della Germania Occidentale Josef Klaffki/Joki e Henning Mittendorf si
distinsero nella mail art anche per i loro timbri d’artista.
Alcuni artisti postali francesi, come Jean Nöel Laszlo,
organizzarono importanti esposizioni di artistamps (francobolli
d’artista), tra cui quella al Musée de la Poste intitolata Timbre
d'Artiste. Il poeta visivo e artista concettuale Daniel Daligand divenne
famoso come "Mickeymouseologist”. L'artista concettuale svizzero H. R.
Fricker organizzò il primo congresso
decentralizzato internazionale di mail art nel 1986 con il suo connazionale
Günther Ruch, editore della rivista d’arte postale Clinch. In Italia
Mariapia Fanna Roncoroni creò Silent books libri-oggetto senza testo, a
Forte dei Marmi Vittore Baroni editò Arte Postale! la prima fanzine
italiana dedicata alla mail art e con il designer d'avanguardia Piermario Ciani
creò lo Stickerman Museum dedicato a tutte le forme di “arte adesiva”. GAC
(Guglielmo Achille Cavellini) brillante artista con una spiccata ironia fu
creatore del famoso concetto dell'Autostoricizzazione, il poeta visivo
Marcello Diotallevi ideò il progetto Lettere al mittente e Ruggero Maggi
realizzò dal 1975 vari eventi di arte postale per la pace ed il disarmo
nucleare intitolati Uniti per la pace (dedicati alla situazione sociale
in Polonia e alla guerra aperta tra Argentina e Gran Bretagna per le Isole
Malvinas). Questi nuovi linguaggi artistici dell’arte concettuale e della
collaborazione interculturale sopravvivono ancora oggi per merito degli artisti
postali europei.
Mentre
la sopravvivenza per gli artisti dell'Europa Orientale e dell'America Latina è
stata complessa, in Nord America i mailartisti hanno dovuto affrontare invece
una diversa forma di censura politica, per la quale guardarono con sospetto il
mercato dell'arte e affermarono che l'establishment artistico discriminava
le donne, le minoranze e le nuove forme artistiche come libri d'artista, la
poesia visiva e la copy-art. Critici come Thomas Albright e Greil Marcus
definirono la mail art come "spazzatura a copia veloce" affermando
che “L'arte postale era una forma di arte pittoresca e immediata che si era
autoesclusa dalla storia”. Fu contro questa visione del mondo antropocentrica,
discriminante ed elitaria che gli artisti postali nordamericani Charles Stanley
(anche noto come Carlo Pittore), Chuck Welch (anche noto come Crackerjack Kid),
David Cole, Mark Wamaling, John Held Jr. e JP Jacob pubblicarono un ultimatum
che sfidò pubblicamente l'establishment artistico. Nel febbraio 1984
questi artisti postali tennero una serie di conferenze pubbliche - “Artists
Talk On Art” - sponsorizzata dalla Wooster Street Gallery di New York. La
serie dedicò due appuntamenti alla mail art di cui il secondo, intitolato “Mail
Art: una nuova strategia culturale”, vide come ospite un importante
critico d'arte di New York City che fu allontanato dal ruolo di moderatore per
essere stato uno dei giurati alla Mail Art Then and Now International
Exhibition (nota del traduttore:
la mail art non ama premi o concorsi, non è stata ideata per i primi della
classe, quindi anche costituire giurie o esserne parte è assolutamente
negativo) che si era tenuta alla Franklin Furnace. La N'Tity Mail
Art League, guidata dal pittore dell'East Village Carlo Pittore, dichiarò
"L'arte non è a vantaggio dell'arte”, opinione sostenuta da molti artisti
postali e pubblicata sulla rivista Umbrella di Judith Hoffberg.
Riguardo
a ciò, quando fu chiesto a Ruggero Maggi cosa ne pensasse delle istituzioni in
relazione alla mail art, rispose: "La Mail Art usa le istituzioni nei
luoghi delle istituzioni contro le istituzioni".
Un'altra famosa frase in ambito mailartistico apparve nel 1985 in numerosi
timbri realizzati dall’artista postale H.R. Fricker che, confrontando artisti e
Belle Arti, celebrò gli artisti con una sua ironica osservazione: "La
Mail Art non è una delle belle arti, è il mailartista che è bello".
PROGETTI DI MAIL ART TRA ASIA-PACIFICO, AUSTRALIA ED EUROPA
La mail art si diffuse in Giappone anche grazie alla prima mostra Re-cycle
Exhibition realizzata nel 1972 alla Tokiwa Gallery a Tokyo.
In Nuova Zelanda ad Auckland l'artista postale Terry Reid creò l'Inch Art
Edition, un volantino presentato nel 1974 sotto forma di un falso giornale.
Le prime azioni di mail art a favore della pace e contro i progetti nucleari
furono spesso esposti in gallerie private situate in Giappone, Australia e
Nuova Zelanda. Anche gli artisti postali australiani contribuirono, aderendo ad
Amnesty International, a
liberare gli artisti postali latinoamericani imprigionati dalle dittature in El
Salvador, Brasile, Argentina, Cile e Uruguay.
Tre
pionieri giapponesi della mail art Shozo Shimamoto, Ryosuke Cohen e Mayumi
Handa svilupparono progetti di networking viaggiando all'estero.
Shimamoto, il co-fondatore del gruppo giapponese d'avanguardia Gutai,
usò la sua testa rasata come tela per l'intervento artistico di centinaia di
artisti che incontrò in tournée in Europa e Nord America. Handa, come
Shimamoto, realizzò tagli particolari di capelli che definì kami
performances a favore della pace. Brain Cell rappresenta, invece, uno dei
progetti di mail art più persistenti e duraturi dell'artista
postale giapponese Ryosuke Cohen. Pubblicato regolarmente dal 1985, il progetto
di Cohen ha raggiunto oltre 1.080 edizioni. Cohen, in collaborazione con Shozo
Shimamoto, fu il fondatore di Artists Union (AU / Art Unidentified).
Entrambi
gli artisti collaborarono con Chuck Welch alla realizzazione della prima
presentazione di arte postale di Flags Down For World Peace. Nel 1985
centinaia di bandiere per la pace di artisti postali di tutto il mondo furono
raccolte da Welch e presentate al Museo Metropolitan di Tokyo, dove gli artisti
della “AU” le unirono cucendole insieme per realizzare un'enorme striscione,
ripreso anche dalla televisione nazionale giapponese. Quello stesso anno Welch
collaborò con Ryosuke Cohen alla distribuzione pubblica di Francobolli di
pace durante la commemorazione del 40° anniversario dell'Olocausto nucleare
di Hiroshima.
Il Progetto Ombra realizzato dal 1985 da Ruggero Maggi in
Italia - con la partecipazione anche di GAC (Guglielmo Achille Cavellini) ed
Enrico Baj -, Irlanda, Germania (con la collaborazione di Peter Küstermann),
Stati Uniti, Uruguay (con la collaborazione di Clemente Padìn) culminò in
Giappone, con il contributo di Shimamoto e Cohen, ad Hiroshima il 6 agosto
1988: un grande “Mail art meeting” con performers internazionali e presentato
poi anche in altre città giapponesi come Tokyo, Osaka, Kyoto, Iida.
Quando la prima bomba atomica esplose su Hiroshima gli esseri
umani furono istantaneamente vaporizzati, lasciando sul terreno solo le loro
ombre. I resti di queste vittime hanno fornito le immagini ed il tema per il Progetto
Ombra. Questa azione nacque con lo scopo di evocare un momento tragico
della storia dell’uomo: il 6 agosto 1945, alle ore 8,15, a Hiroshima esplose la
prima bomba atomica, producendo almeno tre effetti: la vaporizzazione immediata
dei corpi delle vittime, la sequela a distanza di deformità e gravi malattie,
la minaccia della ripetizione della tragedia. La soluzione formale ideata per
richiamare l’evento fu semplice ed efficace: dal profilo di vari esseri umani
furono ricavate sagome in carta che i mailartisti spedirono a Maggi e che,
deposte sul terreno e successivamente dipinte, lasciarono un’ombra… un’
“eliminazione di umanità” effettiva, di grande forza allusiva. Ma il Progetto
Ombra può superare le proprie radici: partendo dal dato storico, può dilatarlo
ed assumerlo come simbolo generale di dis-umanità. Il tema dell’ombra diventa
così più ampio e quotidiano.
La
tragedia iperbolica di Hiroshima può frantumarsi in mille drammi non meno
gravi, perché comuni. Ogni evento negativo è, in ultima analisi, una
sottrazione di umanità, un atto di morte piccolo o grande che lascia dietro di
sé il vuoto e provoca dunque un effetto d'ombra. (www.ruggeromaggi.com)
AFRICA
Il mailartista Klaus Groh coinvolse artisti sudafricani fin dai
primi numeri della sua rivista IAC-Info, mentre un altro artista tedesco
Volker Hamann stabilì contatti in Ghana e Sudafrica ed organizzò anche le due
prime esposizioni di mail art africane ad Accra in Ghana e a Lagos in Nigeria.
Fu però l’artista postale e giornalista africano Ayah Okwabi che riuscì a
coinvolgere cittadini africani all'interno del network globale della mail art
organizzando nel 1987 Africa Arise and Talk with the World e, nel 1994, Women
in Africa. Nel marzo del 1992 si tenne l'African Mutant Congress, istituito
da Ayah Okwabi, nel Voluntary Workcamps Association of Ghana (VOLU). Nel
1985 gli artisti sudafricani fecero circolare artistamps illegali creati da
Chuck Welch contro l'apartheid.
SFIDANDO LA CORTINA DI FERRO DELL'EUROPA DELL'EST
La barriera militare ideologica e politica conosciuta come la Cortina
di Ferro separò tra il 1945 e il 1990 il Blocco Sovietico dall'Europa
dell'Ovest. Tra gli anni Sessanta e Ottanta, la Cortina e il suo emblema più
famoso, l'infame Muro di Berlino, incarnarono gli sforzi della Guerra Fredda di
reprimere e bloccare lo scambio di comunicazioni e di idee.
Nei paesi al di là della Cortina di Ferro arte postale e arte
politica furono due concetti inscindibili. La mail art fu sovversiva nel modo in
cui gli artisti del Blocco dell'Est ridicolizzarono e derisero la burocrazia,
eludendo leggi ed evadendo dalle forme di censura imposte al servizio postale.
I mailartisti raggirarono l'intelligence ed i servizi
segreti con messaggi come quelli di Robert Rehfeldt che riportavano "Bitte
denken Sie jetzt nicht an mich" (Per favore, non pensate a me adesso).
Le beffe abbondavano e quando gli artisti postali si rendevano conto che la
loro posta veniva aperta con il vapore, inserivano carta carbone nella busta
per registrare i segni delle manipolazioni. Introducevano frammenti multipli di
messaggi e oggetti nelle buste che venivano spedite da luoghi diversi.
Cartoline, lettere, buste ma anche immagini disegnate a mano o messaggi
codificati e timbrati che ricordavano l'arte clandestina di Samizdat -
un termine russo che indica opere letterarie o artistiche al di fuori della
pubblicazione ufficiale per evitare la censura - forma d'arte che ha avuto tra
gli artisti postali più rappresentativi Rea Nikonova e Serge Segay, fondatori
del primo Museo di arte postale in URSS.
Robert Rehfeldt (1931-1993) è considerato il padre fondatore
dell'arte postale nella Germania Orientale. Lui e la sua compagna, Ruth
Wolf-Rehfeldt, organizzarono spesso incontri informali nel loro East Berlin
Pankow Studio, centro di interscambio diretto di informazioni per la
diffusione dell’arte occidentale fra gli artisti della Germania dell'Est,
elevando la corrispondenza a forma d’arte.
LA VOCE COMUNE DELLE RIVISTE DI MAIL ART
In quel periodo la Poesia Visiva e sperimentale per la propria
distribuzione e diffusione dipendeva interamente dall'arte postale. Molte
mostre furono realizzate grazie alla posta ufficiale e la cartolina divenne il
supporto naturale per questo tipo di ricerca poetica. Soprattutto in America
Latina la Poesia Visiva creò un nuovo linguaggio che superò la censura e la
propaganda dei mezzi di comunicazione di massa messe in atto dalle dittature
militari dell'epoca. Nel 1973 Clemente Padìn ha creato la rivista assemblata OVUM
in Uruguay, una nuova versione dell'ultimo “OVUM 10” degli anni Sessanta,
diffondendo soprattutto l'attività poetico-sperimentale e la Poesia Visiva del
circuito.
Lo
scomparso artista postale polacco Pawel Petasz ideò Commonpress, una
rivista di assemblaggio collettivo che è oggi considerata tra le pubblicazioni
di mail art più importanti e influenti dell'epoca della Guerra Fredda. Gli
artisti postali che vivevano negli stati socialisti del Blocco usarono le
riviste clandestine di arte postale per comunicare la loro disperazione
spesso con messaggi sovversivi che sfuggivano al rilevamento da parte dei
censori e delle spie del governo.
Dalla
fine degli anni Sessanta la mail art è stata pubblicata come parte della Poesia
Visiva principalmente in libri o riviste d'artista, la cui distribuzione era
controllata dallo stesso autore. Riviste collettive di assemblaggio come UNI/Vers(;)
dell'artista cileno scomparso, Guillermo Deisler, furono distribuite in tutto
il mondo in edizioni di 200 o più esemplari.
Nel
2007 Francis Van Maele pubblicò edizioni di piccoli libri d'artista e di poeti
visivi e nel 2009 iniziò la pubblicazione di "Fluxus Assembling
Boxes". Insieme alla sua partner, la sud coreana Hyemee Kim, nota anche come Antic-Ham, Van Maele
ha pubblicato “Franticham”. Riviste collettive di Artists’ Stamp furono
realizzate in America Latina dagli artisti postali argentini Edgardo Antonio
Vigo e Graciela Gutiérrez Marx in 24 edizioni intitolate Nuestro Libro
Internacional de Estampillas y Matasellos dal 1979 al 1990. Ogni edizione
era realizzata con cartone ondulato che conteneva dai 15 ai 20 artistamps.
In Uruguay apparve la rivista cooperativa CORREO DEL SUR
(SOUTHERN POST) di Clemente Padín, della quale si editarono 14 numeri a
partire da marzo 2000.
Questa formula si ritrova ancor oggi nei boxes di assemblaggio
della mailartista italiana Ptrizia Tictac, le cui edizioni di Stampzine
includono opere d'arte di circa trenta artisti postali internazionali
specializzati nella creazione di francobolli postali. Bill Gaglione, un noto
neo-dadaista californiano che vive attualmente a Knoxville, Tennessee, ha
creato una trentina di edizioni di una
rivista di timbri d’artista con lo stesso titolo, “Stampzine” ispirata alle
edizioni della rivista Karimbada realizzata in Brasile dal 1978 al 1980
da Unhandeijara Lisboa.
Due note riviste nordamericane FILE e VILE
iniziarono come pubblicazioni nel network e furono anticipatrici di zines contemporanee
come QUOZ. La rivista FILE apparve nel 1972 e, tra il 1974-1983,
la performer canadese Anna Banana editò la rivista VILE. In Germania il
network IAC-INFO (1969-1990), anche conosciuto come International
Artist' Cooperation, fu creato dal suo editore Klaus Groh con il proposito
di mettere in relazione artisti dell'Europa dell'Est con artisti postali del
mondo Occidentale; da segnalare anche l'attività di Eberhard Janke con la sua Edition
Janus e di Elke Grundmann con il suo progetto di mail art sociale.
Un
recente progetto che si distingue è “Artist Matter Zine” di Hans Braumüller,
stampato a Nachladen, Amburgo, 2019. Braumüller è attivo nella mail art e
nella Poesia Visiva da circa trent'anni. Il concetto di “Artist Matter Zine” si
basa sulla frase "Artist Matter: Think Global – Act Local." La
varietà dei contributi è evidente anche on-line nel sito:
artistmatter.crosses.net
MAIL ART… DALL'ANALOGICO AL DIGITALE
La mail art esplorò molte forme creative d’avanguardia:
copy art, cartoline, buste, francobolli, timbri, libri d’artista, audio e
video-art, le fanzines e l’arte digitale online. Questi supporti artistici sono divenuti mezzi di
informazione, comunicazione e di intercambio collaborativo che si sono
sviluppati anche attraverso un’arte digitale online, tendenza che iniziò negli
anni Ottanta mediante congressi e intercambi di fax digitali.
Nel 1989 l’artista postale belga Charles Francois creò RATOS,
il primo BBS modem-to-modem 'out-net' network di teleconferenza, seguito da NYC
Echo BBS di Mark Bloch e dalla Mail-Art BBS di Ruud Janssen di Amsterdam. Nel
1989, Chuck Welch creò Telenetlink che connesse l’arte postale con Internet al
Dartmouth College’s Kiewit Computation Center e che fu uno dei 24 nodi di reti
internazionali che utilizzarono sistemi integrati di switch packet del
progetto Reflux Network del Dr. Artur Matuck, una sezione della Biennale di São
Paulo del 1991. Alcuni elenchi di Emailart furono realizzati nel 1991 e postati
da Welch su Bitnet listservs. Alla fine del 1994 Welch creò la prima
homepage di mail art: Electronic Museum of Mail Art (Museo
Elettronico di Arte Postale) che fu anche il primo museo di arte virtuale
in internet ora conservato da ACTLAB dell’Università del Texas, ad
Austin. In Italia sono da segnalare il Museo Dinamico della Mail Art SACS a
Quiliano (Savona) diretto da Bruno Cassaglia e Cristina Sosio e la Ophen
Virtual Art Gallery a Salerno diretta da Giovanni Bonanno e Mail Artists
Index di Lutz Wohlrab in Germania
(mailartists.wordpress.com).
Negli anni duemila nacque un importante collettivo d'arte chiamato
AUMA / Azione Urgente di Mail Art, i cui membri furono: Elías Adasme,
Hans Braumüller, Fernando García Delgado, Humberto Nilo, Clemente Padín, César
Reglero,Tulio Restrepo e altri. Durante un arco di quattro anni vennero
sviluppati vari progetti di arte postale via email collegando paesi distanti di
Europa ed America Latina. Uno degli esempi più eclatanti della loro attività fu
la cooperazione con Amnesty International per una campagna contro la pena di
morte ed un intervento su una mappa mondiale satellitare creata dalla NASA sul
tema della globalizzazione e dello sfruttamento.
ARCHIVI DI MAIL ART
Gli archivi di mail art sono luoghi essenziali per le
documentazioni scientifiche, l'arte telematica e la ricerca da parte degli
storici dell'arte. Alcuni importanti esempi sono: l’archivio Artpool di
György Galantai a Budapest e Boek 861 di César Reglero che è stato
donato al Museo Internacional de Electrografía MIDECIANT dell'Università
di Castilla-La Mancha in Spagna. In Germania il Museo Statale di Schwerin conserva
le opere di mail art provenienti dall'Europa dell'Est. In Uruguay
Clemente Padín ha messo a disposizione tutto il suo archivio di arte postale
all'interno della biblioteca dell’Università della Repubblica UDELAR di
Montevideo. L'artista visivo, editore e curatore Fernando García Delgado di
Buenos Aires ha costituito un grande archivio internazionale: Mail Art /
Arte Postal Vortice. In Belgio Guy Bleus ha istituito il suo Administration
Centre – 42.292. La grande collezione Smithsonian Artistamp e Mail
Art Library di Chuck Welch si trovano negli archivi dell’Arte
Americana a Washington, D.C. Il suo Archival Mail Art Index, pubblicato da
Netshaker Press, è un libro costituito da 1600 pagine con note, riferimenti
incrociati ed uno schema per la creazione di un archivio di arte postale.
Nel 1979, dopo alcuni viaggi in Amazzonia, Ruggero Maggi ideò l'Archivio
AMAZON di Milano per denunciare la sistematica distruzione perpetrata da
latifondisti senza scrupoli con la complicità dei governi stessi per costruire
le tristemente “famose” strade
transamazzoniche - vere e proprie incisioni scavate sulla pelle della
foresta - e per un piano devastante di agricoltura industriale che l'ha
scarnificata. La foresta non ha finito di piangere, non ha finito di essere
sacrificata per favorire ancor oggi i più biechi interessi.
Amazon è la testimonianza di un progetto in continua evoluzione: nel
1979 fu presentato presso il centro Sixto/Notes, prima esposizione di
mail art a Milano; nel 1980 “Amazonic Trip” all’Università Cattolica di
Lima, prima mostra di mail art in Perù dedicata al figlio di Edgardo
Antonio Vigo, Abel Luis (Palomo); nel 1981 “Amazonic High Ways” alla XVI
Biennale di São Paulo (Brasile), a cui seguirono vari progetti itineranti
intitolati Some Amazonic Indians in Italia, Australia e Messico, mentre
è in fase di realizzazione il progetto L’Amazzonia deve vivere!.
Chuck Welch COVID-19 Francobolli 2020
CONCLUSIONI
Dalle sue origini la mail art rappresenta un linguaggio che evidenzia
l'importanza del multiculturalismo in forma aperta e democratica permettendo
alle varie identità e personalità artistiche di coesistere e di crescere
insieme. I mailartisti hanno sempre lottato
per la giustizia sociale e hanno creato progetti che esaltano la
diversità culturale. Gli artisti postali creano interrelazioni tra generi,
etnie e classi sociali; tutti obiettivi essenziali nella tumultuosa era che
stiamo vivendo. La mail art richiede spesso uno sforzo incredibile, solitario e
costoso anche a livello economico, che non produce benefici per i suoi
sostenitori. Ciò nonostante si è sviluppata una ricerca implacabile e creativa
che perdura da oltre cinquant'anni in tutto il mondo, un anelito di tolleranza,
reciprocità e scambio creativo senza censura.
(traduzione di Maddalena Carnaghi e Ruggero Maggi)
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