Mario Surbone in mostra ad Alessandria
MARIO
SURBONE IN MOSTRA AD ALESSANDRIA
Alessandria
– Inaugura venerdì 5 maggio 2017 alle
ore 18 la mostra dell’ artista Mario Surbone, allestita presso la sede de “Il
Triangolo Nero” di Alessandria, in Corso Cento Cannoni 16, titolata “Chiamatemi
Ismaele – Illustrazioni per il Moby Dick di Melville”.
La chiusura di questo ciclo, con una
mostra davvero unica ed eccezionale, vuole anche essere un segnale indicativo
di nuove strade e percorsi da seguire, per un eventuale e futuro 'dopo
triangolo', che vada a scavare e indagare in aree di ricerca ancora più
appartate e di nicchia ma che possano essere foriere di nuove e più sostanziali
emozioni rispetto a un mondo dell'arte sempre più perduto e asservito a pesanti
e ambigui giochi di mercato e di potere.
Agli inizi degli anni Sessanta
l'artista torinese si dedica, con felicità e libertà impareggiabili,
all'impresa di connotare ciascun capitolo del grande romanzo melvilliano con
immagini nate dalla sua sensibilità di lettore e dalle intuizioni di artista,
legate allo svolgersi di una delle storie di mare più esaltanti e emblematiche.
Il grande libro di Melville può essere letto non solo come una entusiasmante ed
ineluttabile avventura marinara, specialmente con il fantasmagorico finale, ma
anche come metafora che sconfina nelle irrisolte angosce che attanagliano,
attraverso una dolorosa quanto drammatica ricerca, l'esistenza umana.Surbone inizia la sua 'lotta con la balena bianca' con una dirompente e quasi informale scioltezza di pennello e di pittura. Le tavole illustrative sono tempere su carta con interventi disegnativi a matita e, in qualche caso, con l'intromissione, spesso geniale, di qualche collage; tutti i lavori si concedono con una freschezza di colore libero e nervoso tale da rendere e specchiare al massimo grado le tensioni del testo. Albino Galvano, in un notevole e storico scritto di presentazione, nel 1963, alla Galleria Libreria d'Arte Stampatori di Torino, unica occasione espositiva precedente all'attuale, del corpus del Moby Dick puntualizza: “Dall'immagine descritta o raccontata alla immagine evocata in un guizzo di pennello o in un'accensione di tono, all'autonomia di quelle pennellate o di quel tono non più allusivi, soltanto suggestivi, del racconto, della scena che han dato occasione al loro sboccio...”
Sono del resto gli anni in cui Mario Surbone elabora, come bene dimostrano le opere coeve, tele, carte e incisioni, la sua tipica e riconoscibile figura umana-silhouette, che evoca come non mai le fattezze dei cupi e rozzi balenieri narrati e 'dipinti' con così magistrale forza espressiva nella saga del Moby Dick. La resa illustrativa è spesso spaesante ma con soluzioni formali caratterizzate da 'tagli di visione' e impianto di immagine fra i più disparati per vitalità inventiva e regia organizzativa. Si parte da una sensazione statico-drammatica, caratterizzata spesso dalla cupezza plumbea del narrare melvilliano, per arrivare ad accensioni di gesto che divengono e si trasformano in pura e scattante pittura: si va da 'tagli di immagine' lenti e sospesi nel tempo ad accelerazioni compositive che hanno quasi il sapore eccitato della cinematografia.
A questo punto, senza aggiungere altro, è forte il rammarico che Mario non abbia continuato a duellare con Achab e la balena sino al capitolo CXXXV con il quale termina il capolavoro di Melville.”
La mostra è visitabile fino all’ 8
giugno con orario: giovedì dalle 17.30 alle 19.30. In altri orari su
appuntamento telefonico 349 5879417.
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