"ITALIA INTIMA" In VILLA POMINI A CASTELLANZA
ITALIA INTIMA
Dal neorealismo spunti di contemporaneità
Castellanza - L’
ultima rassegna espositiva della mostra fotografica Italia Intimia – dal
Neorealismo spunti di contemporaneità, e la presentazione del relativo volume,
sono ospitati in Villa Pomini di Castellanza, in via Don L. Testori 14, dal 26 maggio al 15 giugno; visitabile i
sabati dalle 15 alle 19 e le domeniche dalle 10 alle 12 e dalle 5 alle 19 con
ingresso libero.
la mostra a Arles nel 2018
“L’idea dell’Italia è certamente
quella di un luogo in cui architettura e paesaggio si incontrano dialogando
attraverso le tante testimonianze dell’arte, rendendo il paese tra i più
incantevoli al mondo.
Questo libro non è finalizzato a
rimarcate le bruttezze che l’uomo moderno ha edificato ma piuttosto far
riflettere sul patrimonio che dobbiamo tutelare e ammirare, partendo dalle
storie del neorealismo, legate al dopoguerra, alla ricostruzione, alla vita
semplice che da vestigie hanno costruito culturalmente l’uomo e il suo abitare.
Tra analogico e digitale, due
teorie che si incontrano nel divenire delle generazioni, mettendo in relazione
le esperienze che sconfinano nella narrazione visiva, che la mente elabora e
traduce in rime cromatiche, sfumature di grigio, sguardi incantati, suggestioni
emozionali.
Le immagini di Elio Ciol, legate agli anni ’60, sono
la rappresentazione visiva di sentimenti e sensazioni personali che ha
catturato con stile inequivocabile in vari luoghi, lasciandosi ammaliare dai
paesaggi, dalla gente e dalle atmosfere. Una visione romantica che ci
accompagna dentro la serie di Giuseppe
Leone che narra della sua Sicilia, attraverso vedute più aspre, in un
bianco e nero tagliente, componendo scene in cui l’uomo viene collocato tra le
architetture scolpite nella memoria in un turbinio di grafismi. Il piccolo
Rosario insieme al padre, nel racconto di Vittorini, ci conduco in un viaggio
alla scoperta di Scicli delle sue strade, dei luoghi celati, dei volti di donne
e delle bellezze inattese, in una Scicli senza tempo.
Come non apprezzare il progetto
di Roberto Venegoni che nel suo
girovagare tra i silenzi dell’isola di Pianosa, ritrova le tracce di un passato
in cui un muro divideva gli spazi, la vita e la reclusione, offrendo con il suo
sguardo discreto e una varietà di tinte tenui, un’amabile interpretazione dei
luoghi, che pur nella deserto abbandono, paiono serbare i passaggi di vita che
hanno popolato questi per anni.
Le immagini di Marco Ferrando ci portano invece in un
paesino dell’alta Liguria.
Si tratta di una storia che
arriva da lontano, dagli anni novanta, quando censiva i moltissimi edifici
rurali della zona. Entra in contatto quindi con molti degli anziani
proprietari, guadagnandone la fiducia e diventando l’amico, sciogliendo le
diffidenze. Marco realizza la sua ricerca nei mesi invernali perché qui si concentra
il maggior “pathos” nel vivere in un luogo con le caratteristiche di durezza
tipiche di un borgo di montagna, pur essendo in territorio ligure. Il viaggio
casa per casa, la vita che ruota intorno alla stufa, i racconti di viva
vissuta, nei bar, quale posto migliore d’aggregazione e di ritrovo.
La serie di Renato Luparia è rivolta al paesaggio piemontese delle colline del
Monferrato. Sono i campi privi di limiti, invasi da nebbie vergini ad indicare
un possibile cammino di conquista. Contro i frastuoni e le volgarità dei grandi
centri commerciali, degli svincoli autostradali all’ora di punta, dei campi
sportivi gremiti da folle urlanti, le campagne silenziose si mostrano in tutta
la loro enigmatica bellezza. È il silenzio la chiave di lettura e l’invocazione
che l’artista esprime con pochi rarissimi elementi che affiorano dai bianchi eterei.
Mario
Vidor ci
porta in un luogo d’incanto, invidiato nel mondo: Venezia. Non è facile
fotografare la città più fotografata al mondo, ma Vidor non subisce il condizionamento
e cerca un proprio punto di vista, che non lascia spazio ai luoghi comuni. Si
immerge nelle calle, attende la sera per vivere le atmosfere, riprende le
persone nei momenti privati, si affaccia alla laguna con sentimento che il
bianco e nero analogico traduce in armoniche nuance dal fascino senza tempo.
Infine le fotografie di Claudio Argentiero che, affascinato dal
paesaggio perduto, trova nei territori di Verdi una condizione di sospensione
temporale che appaga l’animo. Case
rurali appaiono senza tempo, i vicini centri abitati a misura d’uomo, la
riservatezza regna perpetua, solo qualche accenno di modernità ad inglobare
case e storie vissute. Il colore fissa la luce su un pentagramma virato sulle
tonalità tenui, sullo sfondo appaiono, come un sussurro, piccole abitazioni,
mentre la neve scende candida disegnando nuovi
scenari.
L’Italia intima è prima di tutto
il sentire di ogni autore, di chi ha scelto con coscienza il pretesto del tema
per parlare di sé e delle proprie percezioni, delle nostalgie e delle scoperte,
con rancore o con amore, nel pensiero espressivo che si fa immagine.
Progetti che sono degni di un
posto d’onore negli archivi della memoria e per questo ancor più importante il
ruolo che riveste l’Afi nel promuovere confronti e dibattiti attorno al tema
delle esperienze, ben più significativa di quella prettamente tecnica”.
PRESENTAZIONE
AFI
L’Archivio Fotografico Italiano
da oltre dieci anni si dedica con vivacità alla valorizzazione e diffusione
della fotografia d’autore, progettando e sviluppando ricerche finalizzate ad
accrescere il patrimonio visivo, storico e contemporaneo, con lo scopo di
arricchire qualitativamente la propria collezione. I soggetti sono i più
svariati: dal reportage al giornalismo, dal territorio agli spazi architettonici,
dal ritratto al lavoro, alla fotografia di ricerca e d’arte, con particolare
attenzione anche alle immagini storiche e del recente passato. A oggi molti i
progetti tradotti in mostre itineranti e libri di pregio, presentati a livello europeo.
L’Afi collabora con enti
pubblici, archivi privati, scuole e istituti, proponendo percorsi didattici,
educativi e di gestione del patrimonio visivo, sotto il punto di vista della
conservazione e della catalogazione, incoraggiando il collezionismo, partecipando
a conferenze e piani formativi presso diverse scuole. L'avvio di una collana
editoriale, ha consentito all'Afi di proporsi anche al di fuori dei confini
nazionali, con lusinghieri consensi, promuovendo la fotografia italiana e gli
autori rappresentati in ambienti riservati a operatori qualificati e cultori di
fotografia e d’arte. Ad oggi 38 i libri pubblicati. L’Afi è anche Laboratorio
di stampa fine art, apprezzato da numerosi artisti.
Aderendo a un progetto europeo ha
ottenuto da EPSON il marchio di certificazione DIGIGRAPHIE, che attesta la
qualità dell’atelier nella realizzazione di stampe fine art da collezione, a
tiratura limitata, su carte di pregio, artigianali, e prodotti garantiti nel
tempo. Degni di nota gli eventi organizzati annualmente. Tra i più rilevanti il Festival Fotografico
Europeo, varie rassegne a tema, progetti di documentazione e valorizzazione del
territorio. www.europhotofestival.it
L’Afi vanta collaborazioni a
livello europeo, in particolare partecipando da molti anni ai RIP di Arles,
nella settimana di apertura con un proprio spazio, in collaborazione con il
comune francese, a Grenoble proponendo la fotografia italiana e a Parigi, con
un proprio stand, nell’ambito di FOTOFEVER.
Dal 2017 ha attivato una
collaborazione proiettata nel tempo con Photo Beijing a Pechino, con la
finalità di rappresentare la fotografia italiana in Cina e far conoscere gli
artisti cinesi in Italia. Partecipa a fiere d’arte, proponendo la fotografia
d’autore a collezionisti ed esperti a livello europeo.
Una sobria ma esaustiva raccolta
di opere della collezione è visibile nel sito: www.archiviofotografico.org
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