giovedì 23 maggio 2019

"ITALIA INTIMA" In VILLA POMINI A CASTELLANZA


ITALIA INTIMA Dal neorealismo spunti di contemporaneità

Castellanza -  L’ ultima rassegna espositiva della mostra fotografica Italia Intimia – dal Neorealismo spunti di contemporaneità, e la presentazione del relativo volume, sono ospitati in Villa Pomini di Castellanza, in via Don L. Testori 14,  dal 26 maggio al 15 giugno; visitabile i sabati dalle 15 alle 19 e le domeniche dalle 10 alle 12 e dalle 5 alle 19 con ingresso libero.
la mostra a Arles nel 2018
 

“L’idea dell’Italia è certamente quella di un luogo in cui architettura e paesaggio si incontrano dialogando attraverso le tante testimonianze dell’arte, rendendo il paese tra i più incantevoli al mondo.

Questo libro non è finalizzato a rimarcate le bruttezze che l’uomo moderno ha edificato ma piuttosto far riflettere sul patrimonio che dobbiamo tutelare e ammirare, partendo dalle storie del neorealismo, legate al dopoguerra, alla ricostruzione, alla vita semplice che da vestigie hanno costruito culturalmente l’uomo e il suo abitare.

Tra analogico e digitale, due teorie che si incontrano nel divenire delle generazioni, mettendo in relazione le esperienze che sconfinano nella narrazione visiva, che la mente elabora e traduce in rime cromatiche, sfumature di grigio, sguardi incantati, suggestioni emozionali.

Le immagini di Elio Ciol, legate agli anni ’60, sono la rappresentazione visiva di sentimenti e sensazioni personali che ha catturato con stile inequivocabile in vari luoghi, lasciandosi ammaliare dai paesaggi, dalla gente e dalle atmosfere. Una visione romantica che ci accompagna dentro la serie di Giuseppe Leone che narra della sua Sicilia, attraverso vedute più aspre, in un bianco e nero tagliente, componendo scene in cui l’uomo viene collocato tra le architetture scolpite nella memoria in un turbinio di grafismi. Il piccolo Rosario insieme al padre, nel racconto di Vittorini, ci conduco in un viaggio alla scoperta di Scicli delle sue strade, dei luoghi celati, dei volti di donne e delle bellezze inattese, in una Scicli senza tempo.

Come non apprezzare il progetto di Roberto Venegoni che nel suo girovagare tra i silenzi dell’isola di Pianosa, ritrova le tracce di un passato in cui un muro divideva gli spazi, la vita e la reclusione, offrendo con il suo sguardo discreto e una varietà di tinte tenui, un’amabile interpretazione dei luoghi, che pur nella deserto abbandono, paiono serbare i passaggi di vita che hanno popolato questi per anni.

Le immagini di Marco Ferrando ci portano invece in un paesino dell’alta Liguria.

Si tratta di una storia che arriva da lontano, dagli anni novanta, quando censiva i moltissimi edifici rurali della zona. Entra in contatto quindi con molti degli anziani proprietari, guadagnandone la fiducia e diventando l’amico, sciogliendo le diffidenze. Marco realizza la sua ricerca nei mesi invernali perché qui si concentra il maggior “pathos” nel vivere in un luogo con le caratteristiche di durezza tipiche di un borgo di montagna, pur essendo in territorio ligure. Il viaggio casa per casa, la vita che ruota intorno alla stufa, i racconti di viva vissuta, nei bar, quale posto migliore d’aggregazione e di ritrovo.

La serie di Renato Luparia è rivolta al paesaggio piemontese delle colline del Monferrato. Sono i campi privi di limiti, invasi da nebbie vergini ad indicare un possibile cammino di conquista. Contro i frastuoni e le volgarità dei grandi centri commerciali, degli svincoli autostradali all’ora di punta, dei campi sportivi gremiti da folle urlanti, le campagne silenziose si mostrano in tutta la loro enigmatica bellezza. È il silenzio la chiave di lettura e l’invocazione che l’artista esprime con pochi rarissimi elementi che affiorano dai bianchi eterei.

Mario Vidor ci porta in un luogo d’incanto, invidiato nel mondo: Venezia. Non è facile fotografare la città più fotografata al mondo, ma Vidor non subisce il condizionamento e cerca un proprio punto di vista, che non lascia spazio ai luoghi comuni. Si immerge nelle calle, attende la sera per vivere le atmosfere, riprende le persone nei momenti privati, si affaccia alla laguna con sentimento che il bianco e nero analogico traduce in armoniche nuance dal fascino senza tempo.

Infine le fotografie di Claudio Argentiero che, affascinato dal paesaggio perduto, trova nei territori di Verdi una condizione di sospensione temporale che appaga l’animo. Case rurali appaiono senza tempo, i vicini centri abitati a misura d’uomo, la riservatezza regna perpetua, solo qualche accenno di modernità ad inglobare case e storie vissute. Il colore fissa la luce su un pentagramma virato sulle tonalità tenui, sullo sfondo appaiono, come un sussurro, piccole abitazioni, mentre la neve scende candida disegnando nuovi scenari.

L’Italia intima è prima di tutto il sentire di ogni autore, di chi ha scelto con coscienza il pretesto del tema per parlare di sé e delle proprie percezioni, delle nostalgie e delle scoperte, con rancore o con amore, nel pensiero espressivo che si fa immagine.

Progetti che sono degni di un posto d’onore negli archivi della memoria e per questo ancor più importante il ruolo che riveste l’Afi nel promuovere confronti e dibattiti attorno al tema delle esperienze, ben più significativa di quella prettamente tecnica”.

PRESENTAZIONE AFI

 

L’Archivio Fotografico Italiano da oltre dieci anni si dedica con vivacità alla valorizzazione e diffusione della fotografia d’autore, progettando e sviluppando ricerche finalizzate ad accrescere il patrimonio visivo, storico e contemporaneo, con lo scopo di arricchire qualitativamente la propria collezione. I soggetti sono i più svariati: dal reportage al giornalismo, dal territorio agli spazi architettonici, dal ritratto al lavoro, alla fotografia di ricerca e d’arte, con particolare attenzione anche alle immagini storiche e del recente passato. A oggi molti i progetti tradotti in mostre itineranti e libri di pregio, presentati a livello europeo.

L’Afi collabora con enti pubblici, archivi privati, scuole e istituti, proponendo percorsi didattici, educativi e di gestione del patrimonio visivo, sotto il punto di vista della conservazione e della catalogazione, incoraggiando il collezionismo, partecipando a conferenze e piani formativi presso diverse scuole. L'avvio di una collana editoriale, ha consentito all'Afi di proporsi anche al di fuori dei confini nazionali, con lusinghieri consensi, promuovendo la fotografia italiana e gli autori rappresentati in ambienti riservati a operatori qualificati e cultori di fotografia e d’arte. Ad oggi 38 i libri pubblicati. L’Afi è anche Laboratorio di stampa fine art, apprezzato da numerosi artisti.

Aderendo a un progetto europeo ha ottenuto da EPSON il marchio di certificazione DIGIGRAPHIE, che attesta la qualità dell’atelier nella realizzazione di stampe fine art da collezione, a tiratura limitata, su carte di pregio, artigianali, e prodotti garantiti nel tempo. Degni di nota gli eventi organizzati annualmente. Tra i più rilevanti il Festival Fotografico Europeo, varie rassegne a tema, progetti di documentazione e valorizzazione del territorio. www.europhotofestival.it

L’Afi vanta collaborazioni a livello europeo, in particolare partecipando da molti anni ai RIP di Arles, nella settimana di apertura con un proprio spazio, in collaborazione con il comune francese, a Grenoble proponendo la fotografia italiana e a Parigi, con un proprio stand, nell’ambito di FOTOFEVER.

Dal 2017 ha attivato una collaborazione proiettata nel tempo con Photo Beijing a Pechino, con la finalità di rappresentare la fotografia italiana in Cina e far conoscere gli artisti cinesi in Italia. Partecipa a fiere d’arte, proponendo la fotografia d’autore a collezionisti ed esperti a livello europeo.

Una sobria ma esaustiva raccolta di opere della collezione è visibile nel sito: www.archiviofotografico.org

 

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